Terni, botte e minacce alla moglie malata: «Tu vai sottoterra». Condannato 52enne

Tre anni di reclusione per un operaio ternano arrestato lo scorso novembre in una casa fra borgo Rivo e Piedimonte

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Tre anni di reclusione: questa la condanna inflitta dal tribunale di Terni – giudice Chiara Mastracchio – con le modalità del giudizio abbreviato, ad un operaio 52enne ternano accusato di maltrattamenti e lesioni personali ai danni della moglie gravemente malata e danneggiamenti nei confronti della suocera.

A novembre l’arresto e il carcere

L’uomo era stato arrestato dalla polizia di Stato nel novembre dello scorso anno, dopo che aveva dato pesantemente in escandescenze nell’abitazione familiare posta fra la zona di borgo Rivo e Piedimonte. A seguito dell’arresto, nei suoi confronti era stato disposto il carcere e recentemente, ad inizio giugno, è stato posto ai domiciliari presso l’abitazione di un familiare, con applicazione del braccialetto elettronico.

Offese, minacce e anche botte

Secondo quanto ricostruito dall’accusa, rappresentata in aula dal pm Elena Neri che ha chiesto una condanna a quattro anni e sei mesi, il 52enne, nel corso degli anni, avrebbe messo in atto tutta una serie di condotte offensive, minacciose e in alcuni casi anche vere e proprie aggressioni fisiche ai danni della coniuge. Nonostante quest’ultima – da qui l’aggravante contestata dalla procura – sia affetta da una grave patologia neurodegenerativa. «Matta», «malata», «scema», «handicappata»: questi alcuni degli insulti denunciati dalla donna, oltre a minacce («vai sottoterra», «ti faccio a pezzetti», «je dò un cazzotto sulla tempia che l’ammazzo» in questo caso rivolgendosi alla madre della moglie) ed episodi violenti. Come quando le aveva storto un braccio (era il giugno del 2021), o l’aveva presa a schiaffi e persino a calci indossando un paio di scarpe antinfortunistiche. Le conseguenze erano state ecchimosi, abrasioni, in un caso anche un’infezione all’anca per i colpi ricevuti.

L’ultimo episodio, poi le manette

Il giorno dell’arresto, il 52enne se l’era presa con la moglie – colpita con uno schiaffo al volto che l’aveva fatta sanguinare dalla bocca -, la suocera – minacciata e che si era vista colpire l’autovettura dal genero con una mazza di metallo – ed anche una coppia, un uomo e una donna, a cui la vittima aveva chiesto un aiuto in caso di eventuali aggressioni da parte del marito. In particolare i due erano stati inseguiti in auto, dopo che l’uomo si era visto puntare alla gola un coltello dal 52enne. Quel caos era sfociato nell’arresto ma soprattutto nelle denunce che hanno portato l’autorità giudiziaria a incardinare il procedimento penale giunto alla sentenza di primo grado.

I risarcimenti

Il giudice ha anche disposto un risarcimento di 15 mila euro per la moglie dell’uomo e di 5 mila euro per la suocera – assistite dall’avvocato Mara Provantini -, mentre la prospettiva per l’operaio 52enne è quella del giudizio d’appello attraverso il suo difensore, l’avvocato Leonardo Capri, che punta ad ottenere una revsione sostanziale, e favorevole al proprio assistito, di quanto deciso dal giudice di prima istanza.

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