Terni, Comune-Ater: ‘strappo’ sul Palazzone, recesso dall’accordo

Dopo mesi di interlocuzioni e problemi, c’è la decisione: si cambia, addio ‘patto’ dell’aprile 2022. Riguarda il piano periferie

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di S.F.

Ater e Comune di Terni, le dinamiche sono interessanti e mutevoli. Più che curioso registrare cosa sta accadendo tra le parti – da non dimenticare le bordate della nuova amministrazione nei confronti dell’Azienda nelle scorse settimane – sui vari progetti che li vede marciare insieme. Quantomeno in teoria. La novità di rilievo ora è un’altra: c’è la rottura per quel che concerne il ‘Palazzone’ di tra via Menabrea e viale Brin per il Piano periferie. Una storia che parte da lontano e che ora arriva a compimento. Di certo non era previsto andasse così.

MAGGIO 2022, PROBLEMI AL PALAZZONE

La storia

Su San Lucio tutto liscio per ora. D’altronde in ballo c’è un intervento da oltre 10 milioni di euro di riqualificazione generale ed è consigliabile non fare mosse strambe. Di qua, sponda ‘Palazzone’, la questione ha avuto un risvolto diverso. Si parla del Piano periferie e dell’operazione 4g denominata ‘Progetto notte sicura: presidio di quartiere’ inizialmente in capo al Comune e finanziato con risorse statali per un totale di 650 mila euro. Non due spicci. D’altronde l’obiettivo è la valorizzazione per ospitare nuovi servizi al piano terra del maxi immobile. Nel corso del tempo la titolarità dell’intervento è passato ad Ater Umbria con modifica del cronoprogramma fino all’estate 2024. Bene. E quindi perché si è giunti a ciò? I guai nascono già dall’era Latini visto che l’accordo tra Comune e Azienda in tal senso risale al 5 aprile 2022, data della sottoscrizione.

GENNAIO 2023, L’SOS PER PIAZZA BUOZZI. CITATO IL PALAZZONE

I guai di natura tecnica

Ater in sostanza aveva in capo la progettazione e le modifiche del caso. Nel settembre 2022 l’Azienda invia l’esecutivo al Comune ed ecco i guai messi neri su bianco da palazzo Spada: «Mancanza – ne citiamo alcuni – di alcuni elaborati rispetto a quanto previsto dalla norma quale contenuto minimo per il livello di progettazione interessato; richiesta di chiarimenti sull’applicazione dell’Iva agevolata, ritenendo l’ipotesi formulata e riportata nel quadro economico non in linea con la normativa vigente; richiesta di chiarimenti in merito all’applicazione della procedura per la gratuità della prevista nuova isola ecologica in accordo con il regolamento per la gestione dei rifiuti del Comune di Terni, non avendone alcuna evidenza tra i documenti progettuali inviati; mancata trasmissione del verbale di validazione del progetto esecutivo». Non tutto è stato ‘sanato’. Anche perché di mezzo ci sono anche le spese tecniche che, alla fine, saranno l’ago della bilancia per quel che concerne l’entità. Siamo a fine 2022.

Lo strappo. Palla a Meloni

Il 28 novembre il Comune ha chiesto lo stralcio degli spazi interessati dalla gestione Ater e il rientro nella disponibilità di palazzo Spada. Ulteriore sollecito in avvio di maggio per il «mancato adeguato riscontro in merito alle obiezioni in precedenza sollevate circa le spese tecniche». L’Azienda ha dato il suo ok il 6 giugno scorso, rigettando in ogni caso le obiezioni del Comune facendo presente che la richiesta sulle spese tecniche è «prassi già applicata nei rapporti con altre amministrazioni». Risultato? C’è il recesso dall’accordo – si sono create le condizioni per procedere così secondo i tecnici – del 5 aprile 2022 con un’inevitabile conseguenza: presa in carica della documentazione dell’amministrazione e nuova mission per il responsabile unico del procedimento, l’architetto Roberto Meloni. Ci sono le firme del dirigente all’urbanistica Claudio Bedini e dell’assessore Marco Iapadre.

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