Terni, da ‘Montana’ a ‘Toner’: non è finita

La droga è una piaga: forze dell’ordine e magistrati rispondono con indagini, arresti e sentenze. Ma c’è chi tenta di riorganizzarsi

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La droga, a Terni, è un problema. E di ciò ne sono consapevoli tanto le famiglie quanto le istituzioni, le forze dell’ordine, i magistrati e tutti coloro che a vario titolo – compreso chi è in prima linea ogni giorno per combattere le dipendenze – si occupano del fenomeno-stupefacenti. Una questione che riguarda quasi tutte le fasce di età, a partire dagli adolescenti, e per la quale, nei giorni e nei mesi scorsi, le risposte non sono mancate. La guardia però deve restare alta, perché nonostante i ‘colpi’ inflitti al mercato, sulla scena si stanno imponendo nuovi gruppi, etnie, organizzazioni che tentano di occupare gli spazi lasciati, talvolta temporaneamente, vuoti da chi oggi si trova in carcere, ristretto ai domiciliari o sotto la lente delle autorità con misure che vanno dalla sorveglianza speciale all’obbligo di firma.

Toner: i ‘traffici’ in via Grabher

Le risposte delle forze dell’ordine

Vale la pena qui elencare, per dare la misura di quanto – di più e meno eclatante, ma comunque assolutamente utile – è stato fatto in tempi recenti dalle forze di polizia, per contrastare il traffico – con canali di approvvigionamento talvolta del tutto stroncati -, lo spaccio e il consumo di droghe. Vengono in mente allora operazioni come ‘Montana’ – vero e proprio spartiacque con 14 arresti nel marzo del 2018 e l’annullamento dell’organizzazione con Alfonso Pichierri e il figlio Giacomo al vertice -, ma anche ‘Gotham’ che nel dicembre del 2018, con 25 arresti, aveva consentito di annullare lo spaccio al dettaglio nel cuore di Terni, in particolare al parco Ciaurro e in piazza Solferino. Indagini che hanno visto in prima linea gli uomini della sezione antidroga della squadra Mobile di Terni, al pari del recentissimo arresto di due cittadini pakistani – marito e moglie, entrambi poco più che 20enni – trovati con circa un chilo di eroina purissima nella loro abitazione di borgo Bovio. Ma un’altra indagine di recente ha fatto molto parlare di sé e delle persone a vario titolo coinvolte: quella ribattezzata ‘Toner’, perché incentrata su una copisteria di Campitello poi chiusa, con cui i carabinieri del Nucleo investigativo di Terni e la Dda di Perugia hanno spedito in carcere o ai domiciliari 19 persone, sgominando l’asse ternano-marocchino che in tempi recenti aveva portato in città e venduto fiumi di droga, in particolare cocaina. Come dimenticare poi i quasi otto chili di droga – fra hashish e marijuana – trovati lo scorso maggio dalla squadra Volante di Terni in un garage di piazza Dalmazia, con conseguente arresto di un 51enne ternano: un ‘colpo’ di quelli importanti. Ed anche la Finanza, attraverso il proprio Gruppo, non è stata a guardare perché di arresti, attività, denunce, segnalazioni di clienti in prefettura, sono piene le cronache anche recentissime: tasselli di un puzzle che confermano la deduzione d’origine, ovvero che la droga a Terni gira, e tanta.

E quella dell’autorità giudiziaria

Basterebbero queste stesse inchieste, le misure chieste dalla procura e quindi disposte dal tribunale, per permettere di dire che le ‘toghe’ ternane sono in prima linea sul fronte-stupefacenti. Ma c’è anche altro, e parliamo di ciò che gli indagati più temono: le condanne. Se la recente ‘Toner’, per ovvie ragioni temporali, non è ancora potuta sfociare in un processo, altre indagini hanno già portato alle prime sentenze, alcune delle quali rappresentano – anche se ciò non rientra fra i compiti dei giudici – un segnale chiaro a chi spacciava o sta progettando, oggi, di inserirsi in un mercato segnato da una forte richiesta. Così per ‘Montana’ il tribunale di Terni ha già condannato in primo grado 14 persone per complessivi 85 anni di carcere e 500 mila euro di multe. Per Alfonso e Giacomo Pichierri, rispettivamente 10 anni e 8 mesi e 12 anni di reclusione. A questa sentenza ha fatto seguito quella relativa alla maggior parte degli arrestati di ‘Gotham’ – ad eccezione di sette persone che verranno giudicate con rito ordinario – che parla di 16 condanne per 58 anni di carcere e multe per complessivi 160 mila euro. Altri, collegati a singoli arresti o operazioni più vaste, sono in attesa di giudizio. La ‘filiera’ che dall’inizio di un’indagine sfocia in una pena definitiva, continua ad avere i suoi tempi, ma è un ‘dettaglio’ che coloro che stanno sul campo, tutti i santi giorni, non vogliono considerare. Perché oggi, domani, c’è già un altra pista da seguire e che, magari, può rivelare un altro micro-universo dove la droga è già business e al tempo stesso morte.

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