Terni: «Ecco come sarà l’ospedale del futuro»

Il ‘Santa Maria’ mira al modello per intensità di cura: «Percorso di ‘reingegnerizzazione’ per un’assistenza migliore»

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Sandro Fratini e Maurizio Dal Maso

Sandro Fratini e Maurizio Dal Maso

Una ‘maratona’ dalle 8.30 alle 17.30 per spiegare quel processo di rivisitazione organizzativa – Oic, ospedale per intensità di cura – centrato sul paziente cui aspira Maurizio Dal Maso, direttore generale del ‘Santa Maria’. In particolar modo attenzione puntata sull’articolazione dell’assistenza e delle risorse. La presentazione, in diverse fasi, si è svolta venerdì nell’ aula ‘Camillo Valori’ della facoltà di medicina e chirurgia a Terni: coinvolti numerosi professionisti, specie di altre realtà italiane pioniere del nuovo modello. «Un modello attuabile entro il triennio», assicura il direttore generale del ‘Santa Maria’ Maurizio Dal Maso.

GUARDA L’INTERVISTA A MAURIZIO DAL MASO

Nelle due sessioni mattutine Dal Maso ha moderato il convegno di studio in compagnia del direttore sanitario della Usl Umbria 2 Sandro Fratini – focus sulla definizione, obiettivi e vantaggi dell’innovazione – e del professor Nicola Avenia: ospiti il professore Americo Cicchetti da Roma, il dottor Mario Cecchi da Firenze (a lui il compito di spiegare la realtà toscana), il dottor Stefano Michelagnoli – argomento legato all’ospedale per intensità di cura come opportunità per la chirurgia vascolare – dell’azienda sanitaria di Firenze, la dottoressa Isabella Mastrobuono da Roma e Marsilio Francucci, responsabile della chirurgia breve e ambulatoriale di Terni e membro del collegio italiano dei chirurghi.

Convegno Dal Maso ospedale2Nella tavola rotonda pomeridiana spazio ad analisi, testimonianze e approfondimenti del programma di sviluppo: a confrontarsi insieme al professor Giuseppe Schillaci e a Dal Maso diversi professionisti ospedalieri quali il direttore sanitario e amministrativo, i direttori di struttura complessa e di dipartimento, le professioni sanitarie, i dirigenti dell’area tecnica e amministrativa e i rappresentanti dei cittadini.

Logica del paziente Dal Maso spiega che «l’ospedale per intensità di cura potremmo chiamarla una storia senza fine, visto che gli ospedali che l’hanno implementato hanno utilizzato un’interpretazione diversa, ognuno a modo suo. Le logiche tuttavia sono molto semplici e coerenti con quello già detto in questi primi mesi: ripensare le attività in una logica del paziente. Vuole avere una risposta rapida, niente perdite di tempo e un accesso multimediale: una serie di azioni che presidiamo bene, ma che possono essere fatte meglio. Risparmiando risorse e ottimizzando i percorsi».

Convegno Dal Maso ospedale4Triennio e presupposti L’idea di trasformazione può essere concretizzata entro il triennio: «Cominciamo a fare una mappa – aggiunge Dal Maso – di ciò che faremo nei prossimi anni: il mio mandato è sufficiente per arrivare a rendere operativo il modello. I presupposti sono l’informatizzazione vera, completa ed estesa, che speriamo di chiudere in maniera compiuta entro dicembre, e seguire una serie di step collegati allo sviluppo. Quindi riaggregazione non più in senso verticale, bensì la condivisione di funzioni comuni. Anche perché non ho risorse, persone, spazi e tecnologie per ripristinare realtà che funzionavano 20-30 anni fa. Inoltre bisogna capire, professionisti in primis, che l’assistenza e ciò che voglioni i pazienti è cambiato: servono attività integrate, non basta la singola prestazione».

Priorità al cittadino Il direttore generale del nosocomio ternano conclude affermando che «il modello per intensità di cura riduce i tempi di attesa e di permanenza in ospedale. Si tratta dell’inizio di un percorso di una profonda ‘reingegnerizzazione’ dei modelli con cui viene erogata l’assistenza ai cittadini: tutto nasce e finisce da ciò che chiede il cittadino. Questa è la sintesi di tutto».

apparecchiatura-20160614_143707Novità tecnologiche Sabato intanto nuovo convegno, organizzato questa volta dalle strutture di otorinolaringoiatria e neonatologia-Tin dell’ospedale di Terni: al centro del dibattito – appuntamento all’hotel Garden  a partire dalle 9 – gli ultimi sviluppi tecnologici legati alla diagnosi precoce, prevenzione e terapia della sordità nel bambino e nell’adulto. Presso l’ospedale ternano lo screening audiologico universale, che vede coordinarsi le strutture complesse di otorinolaringoiatria, diretta da Santino Rizzo, e neonatologia e terapia intensiva neonatale, diretta da Francesco Crescenzi, ha riguardato dal dicembre 2010 al dicembre 2015 un totale di 5 mila e 116 neonati (il 100% dei nuovi nati nei 60 mesi di osservazione). I neonati testati comprendevano 4 mila e 492 bambini senza fattori di rischio noti – nati a termine, normopeso, con indice di Apgar superiore a 8 – e 624 bambini ricoverati presso l’unità operativa di terapia intensiva neonatale, nati pretermine o con qualsiasi tipo di patologia evidente alla nascita, considerata con fattore di rischio audiologico. Tra questi, 29 non hanno superato lo screening monolateralmente o bilateralmente e sono stati inviati ad ulteriori iter diagnostico-riabilitativi.

 

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