Terni, esame bloccato al sesto mese di attesa

«Ho chiamato l’ospedale per prenotare la ‘curva da carico glicemico’ ma mi hanno detto che, in emergenza Covid, è tutto bloccato»

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di Fra.Tor.

«Sono al sesto mese di gravidanza e quando ho chiamato in ospedale per prenotare la cosiddetta ‘curva da carico di glucosio’, prevista per tutte le donne in stato di gravidanza, mi è stato risposto: ‘Purtroppo la possibilità di effettuare questo esame è attualmente bloccata sia qui che nei distretti’». A denunciare l’accaduto è Lucrezia, una giovane donna di Terni.

La curva da carico

Lucrezia premette che «questo non vuole essere uno sterile sfogo fine a se stesso tanto per creare polemica, bensì una vera e propria denuncia di quanto accaduto. La ‘curva da carico’ è prevista per tutte le donne in stato di gravidanza, ancor di più se sono presenti in famiglia uno o più casi con tale patologia. L’obiettivo dell’esame è la diagnosi precoce del diabete gestazionale, una forma di questa malattia che, per diversi fattori, può comparire in gravidanza. Le conseguenze della patologia possono essere importanti per la mamma e per il bambino ed è quindi fondamentale scoprirlo presto per poter intervenire nella maniera più efficace».

EMERGENZA CORONAVIRUS – UMBRIAON

Un problema di dislocazione

Quando Lucrezia ha chiamato in ospedale per prenotare l’esame, «la risposta è stata: ‘purtroppo la possibilità di effettuare questo esame è attualmente bloccata sia qui che nei distretti’. Un problema di mezzi? Assolutamente no. Un problema di dislocazione in emergenza Covid», racconta. «Generalmente è un esame che viene effettuato al piano terra e viene richiesta una permanenza di 4-5 ore in ospedale. Se da un lato è assolutamente comprensibile che non sia possibile sostare in una zona di passaggio come il piano terra del ‘Santa Maria’, non è assolutamente ammissibile che non sia stata prevista un’area apposita per rendere possibile questo. Non è ammissibile in una struttura ospedaliera come quella di Terni».

Esami medici necessari

Lo stato di emergenza «nessuno lo mette in discussione e io, personalmente, sono serrata dentro casa dal 4 marzo nel rispetto di me stessa e degli altri, ma non si può tagliare fuori tutto il resto. Ripeto, non stiamo parlando di tinta per capelli o unghie ben fatte – conclude – sicuramente non necessità primarie, ma stiamo parlando di un esame medico predisposto per prevenire eventuali problemi ad una donna e al suo bambino, soprattutto se nel patrimonio genetico della diretta interessata possono esserci rischi certificati».

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