Terni, Fabbrica d’armi: vertice al Ministero

Il 5 dicembre si farà il punto della situazione: possibile lo sblocco delle assunzioni ed il ricorso agli ‘interinali’: ora si attende la reazione dei sindacati

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L’ultima sortita preoccupata risale a lunedì, con i sindacati che avevano lanciato l’ennesimo allarme, ricordando la situazione «drammatica» del Polo di mantenimento delle armi leggere (Pmal, la storica Fabbrica d’armi di Terni) ed a dichiarare lo stato di agitazione del personale ‘civile’ – poco meno di 300 unità in tutto – della struttura di viale Brin.

La convocazione E, a stretto giro, è arrivata la convocazione di un vertice, al ministero della Difesa: la vice presidente della Camera Marina sereni ed il senatore Gianluca Rossi (che si sono fatti promotori della richiesta di convocazione) insieme al vice presidente della regione Umbria e il sindaco di Terni Di Girolamo – oltre ai rappresentanti dei lavoratori – saranno a Roma martedì 5 dicembre per fare il punto della situazione.

I numeri Oggetto della discussione saranno anche quelle 116 assunzioni in campo nazionale annunciate e le possibili ricadute sul polo ternano: la vice capo di gabinetto ‘civile’, Antonietta Fava, avrebbe fatto sapere che solo 86 di quelle assunzioni saranno  effettuate tenendo presenti delle vecchie graduatorie, mentre 30 nuovi posti saranno messi a concorso. Ma il concorso stesso riguarderà cinque poli e, quindi le ricadute su quello ternano non potranno che essere minimali.

Gli interinali Molto probabile, poi, che nella riunione del 5 dicembre venga spiegato come – attraverso la ‘Agenzia industrie difesa’, messa in piedi «come strumento di razionalizzazione e ammodernamento delle unità industriali del ministero della Difesa con la missione di portare all’economica gestione gli stabilimenti industriali assegnati in gestione, in una logica di creazione di valore sociale ed economico per lo Stato e la collettività» – si voglia puntare all’utilizzo di personale ‘interinale’ per coprire almeno una parte dei posti vacanti nel vari poli, ivi compreso quello di Terni.

La ‘pianta organica’ I sindacati, però, chiedevano altro: con una lettera inviata al ministro della Difesa Roberta Pinotti, ai capi di Stato maggiore della Difesa e dell’Esercito, avevano ricordato che al momento la pianta organica prevede 386 ‘civili’, mentre quelli effettivamente operativi sono poco meno di 300, un numero che entro il 2022 si ridurrà a 270 unità. 

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