Terni, il ticket turistico sparisce dall’agenda?

In consiglio comunale anche il possibile aumento del numero dei dipendenti da mettere a riposo: potrebbero diventare 47

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Un aborto. Legale. A finire nel dimenticatoio molto probabilmente sarà il ‘biglietto unico’: quel tagliandino che, nelle intenzioni della giunta comunale di Terni, avrebbe dovuto permettere ai turisti in arrivo a Terni di accedere a diversi punti di interesse.

Il biglietto integrato Tutto ha avuto inizio con la decisione della giunta comunale di varare il biglietto integrato turistico – al prezzo di 12 euro – per invogliare i turisti che arrivano alla Cascata delle Marmore (per la quale è stato deciso un aumento delle ore di ‘servizio’) a fare anche una visita al parco archeologico di Carsulae o al museo del Caos (che come ha fatto sapere umbriaOn ne avrebbe un gran bisogno).

L’ASSESSORE TEDESCHI SUL BIGLIETTO UNICO – L’INTERVISTA

Le polemiche La faccenda, nel giro di qualche giorno, si è complicata, fino al punto che il Dit (il Distretto integrato turistico) ha chiesto formalmente al Comune di ripensare al tutto. E così sarà. Anche perché, è stato evidenziato, potrebbero sorgere anche dei problemi di carattere legale: nel bando con il quale la gestione dei servizi è stata assegnata, infatti, la questione del biglietto unico non era stata considerata e, siccome l’assessore Tedeschi ipotizza un incremento del ‘traffico’ e quindi degli incassi, questo potrebbe far nascere dei dubbi sulla legittimità dell’intero baldacchino.

Il bilancio Ma le questioni aperte, dentro la maggioranza che sostiene la giunta Di Girolamo, sono anche altre: una di quelle che potrebbe provocare nuove divisioni (per la verità le sta già provocando, ma se verranno allo scoperto in fase di votazione in consiglio comunale saranno guai seri) è quella relativa alle modalità con le quali si vorrebbe porre rimedio, parzialmente, al disavanzo esistente sul bilancio comunale.

LA DELIBERA DI GIUNTA

Il personale Perché, oltre che alle opposizioni, la decisione della giunta di aumentare (dal 2017) le aliquote relative ad alcune imposte non piace nemmeno a molti consiglieri di maggioranza. I quali chiedono alla giunta di eliminare gli aumenti e di ‘fare cassa’ in un altro modo: aumentando il numero dei dipendenti comunali da mettere ‘a riposo’ utilizzando le procedure previste dalla così detta ‘normativa pre-Fornero’. Al momento il Comune di Terni vorrebbe applicarla solo ai dipendenti delle categorie ‘B’ e ‘C’, ma c’è chi invece chiede che il provvedimento sia adottato anche per il personale di categoria ‘D’ e per i dirigenti.

Il risparmio Il numero dei dipendenti che lascerebbero il servizio salirebbe a 47 e il risparmio, per le casse comunali è stato calcolato in circa un milione e mezzo all’anno. Una parte della giunta comunale, però, non sarebbe intenzionata a percorrere questa strada: se si dovesse andare al voto, in consiglio, la faccenda potrebbe farsi spinosa.

 

 

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