Terni, inceneritore: «Pronti a decidere»

Il Comune chiede rapporto dettagliato ad Arpa: «Possibile qualsiasi provvedimento». Rifondazione attacca: «Impianti inaffidabili»

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L’incendio scoppiato giovedì sera all’inceneritore Aria-Acea di Maratta, a Terni, subito domato dai vigili del fuoco, ‘riaccende’ anche le polemiche di comitati e movimenti politici in merito ai discussi impianti presenti nella Conca. Sull’accaduto interviene però anche il Comune di Terni che, attraverso l’assessore all’ambiente Emilio Giacchetti, afferma di aver già chiesto un rapporto dettagliato ad Arpa Umbria per valutare le eventuali conseguenze dell’episodio su ambiente e salute pubblica.

L’intervento

«Presto i provvedimenti» «Questa mattina (venerdì, ndR) l’assessorato all’ambiente – afferma Emilio Giacchetti – ha inviato un’e-mail certificata ad Arpa Umbria per chiedere dettagliate informazioni su quanto avvenuto la scorsa notte notte sul fronte ambientale in merito all’inceneritore di Acea. Una richiesta che riguarda soprattutto eventuali emissioni in aria, la loro qualità e portata. In base ai dati e alle informazioni che ci saranno fornite, siamo pronti a prendere ogni decisione possibile nell’ottica del rispetto dell’ambiente e delle regole. Lo abbiamo già dimostrato per altri impianti del genere presenti nel nostro territorio dove non abbiamo esitato ad assumere i provvedimenti amministrativi necessari, anche quelli più rilevanti, come la sospensione dell’attività».

La polemica «Sicuramente – prosegue con tono polemico l’assessore comunale all’ambiente – provvedimenti del genere vanno supportati con dati certi e con relazioni inoppugnabili, altrimenti si rischiano effetti contrari dagli intenti e pesanti ripercussioni amministrative per il Comune. Lascio dunque ad altri, privi di qualsiasi responsabilità di governo, i giudizi immediati e le conclusioni ‘sganciate’ da qualunque supporto e contesto normativo. Ringrazio i vari ‘sollecitatori’ sull’operato del Comune, figure delle quali non si avverte la particolare necessità, in quanto questa amministrazione in tutte le circostanze si è fatta portavoce e rappresentate del sacrosanti interessi ambientali della comunità ternana».

«Non un episodio isolato» E in quanto a polemiche, Rifondazione Comunista di Terni non si tira indietro: «Non conosciamo l’entità dei danni causati dal principio d’incendio che ha interessato l’impianto Aria-Acea – afferma il partito in una nota -. Conosceremo solo nei prossimi giorni se la nube prodotta dalle fiamme è o meno tossica per la salute dei ternani. Sappiamo però che l’incendio di giovedì sera non è affatto un evento straordinario, un ‘incidente’ isolato, ma l’ultimo evento negativo di una storia che dura da troppo tempo. Ricordiamo che l’altro inceneritore di Maratta, quello di Terni Biomassa è ancora fermo dall’aprile del 2016, con revoca delle autorizzazioni, a seguito dell’ispezione dei carabinieri del Noe, con riscontro di numerose irregolarità sia amministrative che penali e conseguente avvio di azione giudiziaria nei confronti della Tozzi Holding di Ravenna, proprietaria dell’impianto».

«Impianti inaffidabili» «La cosa più sconcertante di queste vicende che accomunano i due inceneritori – afferma Rifondazione Terni – è la considerazione che queste strutture sono praticamente nuove, reduci da profondi revamping e che hanno ripreso la loro attività da poco tempo. Terni Biomassa, addirittura, ha ripreso a bruciare da pochissimi mesi, prima dell’ispezione e lo stop imposto dalla magistratura. È evidente il grado di inaffidabilità di questi impianti che non riescono a stare nelle norme prescritte neanche nella fase iniziale, quando i livelli di efficienza dovrebbero essere massimi. Inaffidabilità e pericolosità già ampiamente riscontrate nelle tragiche vicende dell’inceneritore Asm di Maratta, che avevano portato, pochi anni fa, alla definitiva chiusura».

«Vantaggi solo per pochi» In questo contesto, secondo il Prc – è doveroso chiedersi «quale sia l’utilità sociale di questi inceneritori per la nostra collettività. Non bruciano i rifiuti solidi urbani prodotti dai ternani, bensì pulper di cartiera importato totalmente da fuori regione. Decine e decine di automezzi pesanti ogni giorno trasportano questo particolare rifiuto industriale negli impianti di Maratta, a solo qualche chilometro dal centro città, nel centro della Conca ternana già gravata da pesanti e storici problemi ambientali. Un’attività folle visto che altrove anche il pulper viene correttamente avviato a recupero e riciclo e non bruciato. Le ricadute economiche per i ternani sono pressoché nulle, a vantaggio solo dell’interesse economico di pochi privati».

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