Terni, jungla-Geometri: ci scappa anche il rogo

Piante e arbusti invadono scuola, bar e impianti sportivi. E mercoledì sono serviti i vigili del fuoco per evitare guai seri alle strutture

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di F.T.

Le fiamme sono arrivate a lambire il palasport, la piscina e anche il chiosco-bar. Fortunatamente ci hanno pensato i vigili del fuoco, intervenuti con due mezzi, a risolvere la situazione. Altrimenti in viale Trieste, anziché dell’incendio che mercoledì pomeriggio ha interessato sterpaglie e un paio di alberi in un’area privata, staremmo parlando di altro. Ma per chi qui ci lavora, l’episodio è solo l’ultimo che va a pesare su una situazione di degrado avanzato, dove le manutenzioni scarseggiano e gli sprechi abbondano.

JUNGLA IN VIALE TRIESTE, LE IMMAGINI

Area ‘dimenticata’ L’area è quella compresa fra viale Trieste e via Benedetto Croce, dove insistono la palazzina della Provincia, l’istituto tecnico per Geometri, un bar e diversi impianti sportivi: il palasport, la piscina e i campi da gioco. Tutto rientra nella disponibilità della ‘derelitta’ Provincia e tutto è sostanzialmente invaso da sterpaglie, erba secca, piante che superano abbondantemente il metro di altezza. E mercoledì c’è scappato l’incendio che ha messo a serio rischio tutto ciò.

Beach volley addio «Fatevi un giro qui, vedrete lo stato di abbandono che ci circonda»: a parlare è il titolare del bar e in effetti, a guardarsi attorno, la situazione è piuttosto desolante. Attorno ai campi da gioco all’aperto della scuola, solo erba. Quello che nei progetti doveva essere, e per un po’ di tempo è stato, un campo da beach volley, ridotto a un campo incolto, un’arida distesa di terra e sabbia invasa da arbusti. Intorno alla palazzina che sorge sulla collina di via Croce e agli impianti ‘storici’ del nuovo e del basket-volley, solo sterpaglie che ogni tanto i privati pensano bene di tagliare: «Tanto se non lo facciamo noi, non ci pensa nessuno».

Quale destino? Ma i problemi sono anche quelli relativi alla sicurezza. Perché se due scritte sui muri si possono – al limite – tollerare, è più complicato accettare il buio che di sera, specie d’inverno, caratterizza la zona comunque frequentata da sportivi e genitori che accompagnano i propri figli negli impianti. Alla fine il gestore del bar, per migliorare un po’ la situazione, si è visto costretto a lasciare una luce accesa per tutta la notte, con tutto ciò che ne consegue in termini di costi: «Ma se non lo faccio, rischio di non ritrovarci nulla. La polizia passa e fa quello che può, ma qui dalla sera in poi, è zona franca». Inutili finora i solleciti rivolti alla stessa Provincia, a fare di più sul piano delle manutenzioni. Fra crisi, soldi e un ente ‘svuotato’, resta solo il dubbio: che fine farà questa zona che per lungo tempo ha rappresentato un polo – formativo e sportivo – vitale e attrattivo per tanti?

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