Terni: nasconde un chilo di cocaina purissima a casa della madre. Arrestato 36enne ternano

Il blitz dei carabinieri è scattato sabato in via Montanara

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Terni: 500 mila euro di cocaina sequestrata con due arresti. Le indagini vanno avanti

Dopo quello dello scorso 24 ottobre – ben 2,3 chilogrammi di cocaina per un valore stimato di 500 euro mila euro – i carabinieri del Nucleo investigativo di Terni, coordinati dal maggiore Marco Ruffini, hanno messo a segno un altro maxi sequestro di ‘bianca’. E si tratta di due operazioni collegate, visto che le indagini sviluppate dagli investigatori dell’Arma dopo i due arresti del 24 ottobre – in manette c’erano finiti un cuoco 33enne ternano ed un 21enne di nazionalità albanese, fermati in via Farini dopo che il primo aveva consegnato al secondo l’ingente carico di droga, trasportata in uno zaino – hanno consentito di far scattare il blitz, sabato scorso, in un appartamento di via Montanara, nel quartiere di San Giovanni. Una zona che i militari dell’investigativo di Terni tenevano d’occhio da alcuni giorni, ormai consapevoli del viavai attorno all’abitazione in questione, in molti casi di persone già note per l’assunzione di sostanze stupefacenti. E, una volta entrati, hanno proceduto alla perquisizione. In manette c’è finito il 36enne ternano M.F., incensurato, residente a Roma e domiciliato in via Montanara dove vive con la madre. L’uomo è stato trovato in possesso di un panetto di cocaina purissima, del peso di un chilogrammo e nascosto nella camera da letto della donna. Droga pronta per essere suddivisa in dosi e destinata ad alimentare il sempre attivo mercato cittadino degli stupefacenti. Arrestato in flagrante, il 36enne si è poi visto convalidare quanto eseguito dai carabinieri, con il gip Barbara Di Giovannantonio che ha disposto gli arresti domiciliari presso l’abitazione romana del 36enne, difeso dall’avvocato Francesco Mattiangeli. Come accennato, l’analisi delle frequentazione dei due arrestati in via Farini, ha portato a concentrare l’attenzione sulla casa di San Giovanni. Le indagini, ora, sono destinate a proseguire per ricostruire la possibile ‘rete’, fra approvvigionamento e spaccio, collegata ai due maxi sequestri.

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