Terni, ‘No Acquedotto’: «Fermiamo i lavori»

Manifestazione, venerdì pomeriggio, da parte del comitato che urla contro la costruzione del «mostro di cemento e ghisa che si srotola lungo la Valnerina»

Condividi questo articolo su

Protesta doveva essere e protesta è stata – molti i partecipanti – venerdì pomeriggio a Ferentillo (Terni), da parte del comitato civico che si oppone alla costruzione – in corso – dell’acquedotto Scheggino-Pentima.

Esposto in vista Una battaglia fatta anche di ‘carte bollate’, quella del coordinamento ‘No acquedotto per la difesa del Nera’ che accusa: «I pozzi di Terria sono stati costruiti sopra un’ex discarica di rifiuti solidi urbani». In vista c’è un esposto sul punto che il comitato sembra intenzionato a depositare.

Scontro in atto La battaglia attorno alla realizzazione del nuovo acquedotto che dovrebbe rifornire l’intera conca ternana, ha coinvolto anche di recente il Movimento 5 Stelle di Terni e il Servizio Idrico Integrato che – su posizioni diametralmente opposte – si sono ‘scontrati’ sull’opportunità dell’opera e il suo impatto sull’ambiente fluviale della Valnerina.

L’appuntamento Alle 15 tutti pronti in piazza per manifestare il proprio irremovibile ‘no’ all’acquedotto. «Una partecipante alla manifestazione, questa mattina, faceva vedere che quasi la metà della bolletta è per l’acquedotto. I costi dell’inutile opera sono a carico degli utenti – grida al microfono Franco Coppoli – mentre i profitti se li spartiscono i gestori. Ma l’acqua non c’è. Per questo è necessaria una risposta di massa. Dobbiamo bloccare i lavori, dobbiamo bloccare il ‘mostro’: il serpente velenoso di cemento e ghisa che morde in profondità e che si srotola lungo la Valnerina. Difendiamo il territorio, la nostra storia e il nostro futuro. Non ci arrendiamo». Tra i partecipanti anche Maria Assunta Pucciatti, che dal microfono grida che non vengono aggiustate le perdite esistenti e di conseguenza «rubano un bene inestimabile con il fiume Nera». «Ci fanno bere il cloro anziché tutelare le falde. Questa tutela invece è un dovere per il futuro, per i nostri figli».

Il corteo I manifestanti, carichi dopo il discorso del portavoce del comitato ‘No acquedotto’, hanno iniziato a srotolare i manifesti. Sulle note di ‘Le radici ca tieni’ la macchina è partita e dietro si è formato un lungo corteo. Dai più grandi ai più piccoli, dagli umani ai cani, tutti in fila tra un motto, una canzone e un insulto al ‘mostro di cemento’.

Le vie di Ferentillo Per le vie del paese i cittadini che non erano al corteo di sono affacciati alle finestre curiosi, e qualcuno è sceso per unirsi alla protesta. I membri del comitato ‘No acquedotto’ tra una fermata e un’altra hanno tempestato macchine e cassette della posta con il testo, appositamente redatto per l’occasione,  che spiega per filo e per segno le motivazioni della protesta e le operazioni che ha messo in campo il Sii. Tra una salita e una discesa al grido di «La Val Susa ce l’ha insegnato, l’acquedotto non va toccato», i manifestanti hanno macinato strada. Ma l’obiettivo è chiaro. Dopo il lungo giro per farsi sentire e per radunare più gente possibile, si punta alla meta.

La pioggia La musica continua e il corteo ‘scorta’ la macchina che fa da apripista. La pioggia inizia a cadere battente, ma i manifestanti non hanno intenzione di arrendersi. Ormai sono vicini, il comitato vuole mostrare a tutti il cantiere, «la devastazione che stanno compiendo inutilmente». Sulla strada incontrano dei pescatori: «Manifestate con noi, guardate che interessa anche voi. Quando l’acqua non ci sarà più, dove andrete a pesca?», dicono. La strada finisce e, tra uno striscione e l’altro appeso per le vie, lo sciame di gente si inoltra tra il verde. 

Il cantiere Tra il fango Franco Coppoli corre contento scattando foto, i cani scodinzolano felici. Ma tutto d’un tratto l’atmosfera cambia. Nascosto dietro gli alberi, tra il verde quasi incontaminato, spunta il cantiere. Arrivati alla metà attaccano un nuovo striscione che recita: «L’Arpa è complice». Coppoli riprende il microfono: «Ci dicevano che era da pazzi fare una manifestazione di venerdì pomeriggio alle 15. Invece noi l’abbiamo fatta e c’è stata grande partecipazione. Tutto questo dimostra che c’è la volontà di fermare il ‘mostro’. Il Sii sembra un tossicodipendente che continua a bucarsi il braccio, ma l’acqua non c’è. È inutile fare variazioni e continuare a massacrare il territorio. Inoltre dopo il sisma, quando il terreno potrebbe aprirsi irreparabilmente. Sapete da cosa è nata l’idea dell’acquedotto? Ma soprattutto quando è nata? È nata più di 15 anni fa, per affrontare la crisi idrica che ci dovrebbe dovuta essere, secondo i signori nel 2001. Ma per affrontare un problema nel 2001 i lavori partono 15 anni dopo?  L’acqua è un bene comune, è di tutti e ora invece ci fanno pagare il servizio. Dentro al Sii adesso c’è Acea che gestisce tutto e noi paghiamo questo continuo ‘magna, magna’. Ma ora basta. Ora che siamo anche in possesso dei documenti e che sappiamo per certo che l’acquedotto è stato costruito sopra la vecchia discarica dei rifiuti solidi urbani del comune di Ferentillo, con pericoli di contaminazione del percolato delle falde profonde siamo decisi a farci sentire. Per questo chiediamo lo stop dei lavori e una nuova Via, la valutazione di impatto ambientale, che valuti questi dati che sinora erano stranamente scomparsi dagli atti pubblici consegnati per il progetto».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli