Terni, omicidio Bellini: è l’ora della sentenza

La decisione del giudice Massimo Zanetti sul 44enne ucraino Andriy Halan è attesa – salvo sorprese – per giovedì. Rischia l’ergastolo

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L’auto di Sandro Bellini, data alle fiamme

Dopo le perizie su Dna, impronte digitali e file trasmessi con il cellulare di Andriy Halan – con alcune risultanze che ancora devono essere illustrate in aula – quello di giovedì potrebbe essere il giorno della sentenza per il processo, con rito abbreviato, che vede imputato il 44enne ucraino per l’omicidio del 53enne ternano Sandro Bellini, il termoidraulico scomparso il maggio di un anno fa e il cui cadavere era stato ritrovato dai carabinieri – dopo diversi giorni e al termine di un’indagine complessa – lungo il corso del fiume Velino, fra Marmore e Piè di Moggio.

Le ricerche

Il telefonino L’ultima perizia, quella eseguita dal consulente Sergio Rossi sul telefonino Samsung dell’omicida, non sembra lasciare spazio a particolari ‘appigli’ da parte dei legali difensori del presunto omicida, gli avvocati Francesco Mattiangeli e Bruno Capaldini. Il 44enne ucraino ha sempre dichiarato di aver scattato una foto all’auto della vittima e di averla inviata via bluetooth a dei presunti sicari conosciuti in un bar di Terni, perché dessero per una ‘lezione’ al termoidraulico ternano, ‘colpevole’ di frequentare la sua ex compagna. In quel telefonino la foto dell’auto di Sandro Bellini è stata effettivamente trovata, impossibile però risalire alla data dello ‘scatto’ così come dire con certezza se quel file sia stato inviato a qualche altro supporto tecnologico. Resta da capire come il giudice Massimo Zanetti, chiamato a decidere sull’eventuale condanna di Andriy Halan, valuterà tale aspetto.

Il recupero del corpo

Le accuse Andriy Halan rischia l’ergastolo in ragione delle accuse di omicidio volontario – aggravato dalla premeditazione, dalla crudeltà e dall’aver agito per motivi abietti e futili – e di aver occultato il cadavere di Sandro Bellini, la cui auto – una Chevrolet Kalos – era stata trovata bruciata il 18 maggio del 2016 in una radura boschiva in località Palombara di Marmore. Per gli inquirenti, il 44enne ucraino avrebbe sferrato fra gli otto e i nove colpi alla testa della vittima, usando un oggetto contundente e provocando lo «sfacelo cranio-encefalico» che ne aveva causato la morte.

I funerali di Sandro Bellini

I familiari A chiedere giustizia sono i familiari del 53enne ucciso – in particolare la sorella Claudia – che, assistiti dall’avvocato Renato Chiaranti, hanno sempre sostenuto come Andriy Halan sia il principale – forse non l’unico, ma questa è un’altra storia – responsabile dell’omicidio di Sandro Bellini. E anche loro giovedì mattina, come in tutte le precedenti occasioni, saranno in aula per seguire l’udienza che si preannuncia come quella decisiva.

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