Terni, operaio morto nel lago a Ponte San Lorenzo: tutti assolti

Nel novembre del 2009 Umberto Biondini perse la vita dopo essere finito in acqua con l’escavatore. L’accusa aveva chiesto cinque condanne

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Nessun colpevole per la morte di Umberto Biondini, operaio narnese che il 18 novembre del 2009 perse la vita a 62 anni, dopo essere precipitato con un escavatore nel laghetto artificiale, in zona Ponte San Lorenzo (Narni), nei pressi del quale stava effettuando lo sbancamento di materiali inerti. Per l’uomo, il cui corpo era stato recuperato dai sommozzatori dei vigili del fuoco di Terni, non c’era stato nulla da fare.

La sentenza

Giovedì pomeriggio il tribunale di Terni – giudice Dorita Fratini – ha assolto dalle accuse i cinque imputati (un sesto è venuto a mancare nel corso degli anni) perché ‘il fatto non sussiste’. Per tutti l’accusa aveva chiesto condanne relative alle ipotesi di reato, che andavano dall’omicidio colposo alla violazione del Codice dei beni culturali e del paesaggio per la mancanza di titoli autorizzativi. Gli imputati del processo erano il legale rappresentante della società titolare dei lavori, il coordinatore per la progettazione e l’esecuzione dei lavori, il titolare della ditta incaricata di eseguire l’intervento, un dirigente del Comune di Narni e un altro dipendente comunale con l’incarico di rup.

Le difese

Ovviamente soddisfatte le difese rappresentate dagli avvocati Valerio Provaroni, Manlio Morcella, Roberto Romani, Dino Parroni, Roberto Galeazzi e Sergio Finetti. Non si può dire lo stesso delle parti civili, i familiari dell’operaio morto, che sperano ora nell’impugnazione della sentenza da parte della procura, di fronte alla Corte d’appello di Perugia. Un procedimento lungo e complesso, con la prima udienza risalente al luglio del 2015, concluso – per ciò che attiene il giudizio di primo grado – dopo sei anni e diversi cambi di giudici.

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