Narni, morte nel lago: sei persone a giudizio

Umberto Biondini, 62 anni, era finito in un lago artificiale di Ponte San Lorenzo mentre stava lavorando a bordo di un escavatore

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Umberto Biondini aveva 62 anni e il 18 novembre del 2009, alla guida di un escavatore, stava lavorando allo sbancamento di materiali inerti accanto ad un laghetto artificiale nella zona di Ponte San Lorenzo. Improvvisamente il mezzo da lavoro, a causa dell’eccessiva pendenza, era finito nello specchio d’acqua profondo fra i cinque e i sei metri: per l’operaio, originario di Amelia e residente nella frazione narnese di Fabbrucciano, non c’era stato nulla da fare. A recuperare il corpo senza vita erano stati i sommozzatori dei vigili del fuoco.

Il processo Quella vicenda, che aveva scosso l’intera comunità, è stata seguita da un’indagine da parte della Procura di Terni e quindi da un processo, tuttora in corso di fronte al tribunale in composizione monocratica. Sei in totale gli imputati: quattro di loro – due responsabili della società committente dei lavori, il coordinatore per la progettazione e l’esecuzione dei lavori e il titolare della ditta esecutrice – sono finiti a giudizio per omicidio colposo in relazione a presunte violazioni in materia di sicurezza sul lavoro. Per i primi due, per un dirigente del Comune di Narni e per il responsabile unico del procedimento le accuse riguardano anche la violazione del testo unico in materia edilizia e il codice dei beni culturali e del paesaggio, per aver effettuato opere di sbancamento in difformità rispetto al progetto e senza le necessarie autorizzazioni.

L’udienza L’ultima udienza si è tenuta mercoledì di fronte al tribunale di Terni e in quella sede il legale che rappresenta i familiari della vittima, l’avvocato Marco Casciola del foro di Ancona, ha chiesto la citazione a giudizio dei responsabili civili, ovvero delle compagnie di assicurazione coinvolte nella vicenda. Al termine, il procedimento è stato aggiornato al prossimo 25 maggio. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Sergio Finetti di Orvieto, Manlio Morcella, Roberto Romani, Alberto Grigioni e Roberto Galeazzi di Terni.

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