Terni, Pd provinciale «a rischio-bancarotta»

Il tesoriere Simone Secondi lancia l’allarme sui conti della federazione: «Sottoscrizione-flop e nessun aiuto: non vedo prospettive»

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Allarme per i conti della federazione provinciale del Pd di Terni: a lanciarlo, attraverso una lettera inviata ai vertici e a tutti gli iscritti del partito, è il tesoriere Simone Secondi che, oltre a fare il punto della situazione ad individuare le criticità, appare sul punto di lasciare il proprio incarico.

Simone Secondi

Le premesse L’introduzione di Secondi è sulla sconfitta Dem alle recenti elezioni politiche: «Pur avendo un forte radicamento territoriale che molte forze politiche ci invidiano – scrive il tesoriere – non riusciamo oramai da troppo tempo a raccogliere le vere importanti esigenze richieste dagli abitanti delle nostre città che sempre meno ci riconoscono come loro riferimento. Questa lettera, tuttavia, non vuole essere una mera considerazione politica sul difficilissimo periodo che stiamo attraversando. Già tanto si è detto e tanto si dirà, perché molto c’è da ricostruire in tempi peraltro strettissimi visti gli imminenti appuntamenti elettorali».

Il focus Al centro della missiva, l’analisi dei conti del Pd provinciale a Terni: «Ho avuto il piacere di raccogliere la sfida a ricoprire il ruolo di tesoriere provinciale lo scorso mese di dicembre 2017. Il Partito Democratico presentava a quella data un situazione debitoria complessiva di circa 48.900 euro. Cercando di continuare il considerevole lavoro già compiuto negli ultimi tre anni, oggi, dopo circa tre mesi di gestione, l’indebitamento è di 38.700 euro. Si registra, pertanto, una significativa riduzione della massa debitoria di circa 10.200 euro. Questo importante risultato è stato raggiunto lavorando sia sul lato delle entrate, cercando di accelerare e portare a compimento la campagna tesseramento 2017 (che allora registrava un bassissimo livello di attuazione), sia sul lato delle spese per la gran parte rinegoziando e saldando i debiti sospesi attraverso le risorse che man mano si andavano raccogliendo».

Fra i principali creditori del Pd provinciale figurano l’impresa Karnak spa (gravato da decreto ingiuntivo e rinegoziato a 6.600 euro da pagare in cinque rate mensili), ICA (anche qui con decreto ingiuntivo per l’ammontare di 19.800 euro e per il quale è stata proposta la massima rateizzazione possibile), l’Unione comunale del Pd di Terni (9 mila euro che vengono saldati mensilmente tramite giroconto delle quote mensili che il ‘comunale’ deve pagare per l’utilizzo della sede). Somme a cui si è andata ad aggiungere la sostituzione della caldaia condominiale (6.144 euro da saldarsi in sei rate dallo scorso febbraio).

Le criticità «Sul fronte entrate – scrive Simone Secondi – possiamo contare soltanto sulle risorse derivanti dalla campagna tesseramento. Come è facile intuire, la situazione finanziaria nei prossimi mesi sarà critica in quanto non abbiamo più risorse disponibili. Il tesseramento (che si prospetta difficilissimo vista la situazione politica in cui ci troviamo ad operare) porterà liquidità soltanto, come di consueto, verso la fine del corrente anno, mentre la gran parte dei debiti è fortemente irrigidita da scadenze imminenti e vincolate che non potremo più rispettare».

Sottoscrizione-flop e polemica «Lo scorso mese di gennaio è stata lanciata una sottoscrizione straordinaria anche in vista della ‘questione sede’ che rappresenta un ulteriore problema in aggiunta a tutto quanto sopra riportato. Ad oggi l’esito è del tutto deludente in quanto l’ammontare delle liberalità versate è bassissimo. Colgo, comunque, l’occasione per ringraziare coloro che, nel limite delle proprie disponibilità, hanno già accolto l’invito con una propria erogazione liberale. Inutile comunicarvi – aggiunge il tesoriere – lo scontato esito negativo registrato sulle richieste di aiuto alle strutture di livello superiore del Partito Democratico (regionali e nazionali)».

«Impossibile andare avanti» «Stante quanto sopra esposto – conclude Secondi – credo che la struttura sia destinata ad un breve triste epilogo, mancando di fatto anche le minime condizioni economico-finanziarie di base per tentare di sopravvivere. Tale contesto rende oramai pressoché inutile la figura del tesoriere, seppur obbligatoria da normativa statutaria. Salvo immediati eventi positivi (al momento non certo prevedibili), trovo francamente molto difficile pensare di continuare a ricoprire tale ruolo».

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