Terni, per la droga ci si mette anche d’accordo

Focus sul panorama stupefacenti. Ne girano sempre tanti e chi spaccia si organizza: intesa ‘etnica’ per spartirsi il territorio

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di F.T.

Lo scorso luglio umbriaOn aveva cercato di mettere a fuoco la situazione relativa allo spaccio di droga a Terni. Da allora ad oggi – inizio novembre – cosa è cambiato? Diverse cose a quanto pare. Mentre altre sono rimaste tali e quali. Lo scenario è quello della ‘eterna’ battaglia fra chi gli stupefacenti li contrasta e chi, invece, con la droga ci lucra e anche parecchio. Quest’ultimi non stanno con le mani in mano, specie quando accade qualcosa di significativo (vedi l’operazione Montana della squadra Mobile di Terni). Perché lo spaccio è un po’ come la politica: quando si creano nuovi spazi, questi vanno ‘riempiti’ in qualche modo. Per guadagnare terreno – sempre conteso ma in questa fase, forse, un po’ meno (spiegheremo perché) – e adottando contromisure in base a ciò che le forze dell’ordine mettono in atto.

I canali di approvvigionamento

Di massima, la droga giunge in città soprattutto a bordo di auto e bus, da Roma ma non solo – quella abruzzese sarebbe un’altra area di riferimento – attraverso gli ‘ovulatori’ di turno, pronti a smistarla a quelle figure che di fatto gestiscono lo spaccio a Terni – chiamiamoli ‘intermedi’ – e che si avvalgono di intere squadre di ‘cavallini’ che si interfacciano direttamente con una clientela vasta e sempre più giovane. Eroina, cocaina, hashish, marijuana: non sembrano esserci grosse distinzioni di consumo – come un tempo – per età o sesso. Tutti assumono di tutto, in pratica. Con la sola eccezione, parziale, dell’eroina che, pur diffusa, è ancora a un passo di distanza dal mercato puro delle ‘droghe leggere’.

Meno risse, perché?

Un elemento che, a chi segue un po’ le vicende cittadine, non sarà sfuggito, è che l’estate da poco trascorsa è stata relativamente tranquilla dal punto di vista delle risse e dei pestaggi fra gruppi etnici che gravitano nella zona del centro storico. Non una quiete, perché episodi ce ne sono stati. Ma rispetto ad altri periodi, qualcosa sembra essere cambiato. Cosa? A quanto pare gli spacciatori – di norma sempre in lotta fra loro per questioni di soldi e territorio – dialogano e si mettono pure d’accordo. Ad oggi i gruppi di cittadini centro africani particolarmente attivi nello smercio, gestirebbero quasi del tutto il ‘mercato’ di hashish e marijuana. Mentre i ‘colleghi’ nordafricani avrebbero l’esclusiva su cocaina ed eroina. Cosa è successo?

L’intesa sullo spaccio

L’ipotesi – ritenuta plausibile – è che i primi, per lo più assistiti da centri umanitari del territorio, non avrebbero una particolare impellenza di sbarcare il lunario. Insomma, qualche euro è comunque garantito. E un’intesa conviene a tutti. Così le droghe da alcuni definite ‘leggere’, pur non rappresentando un business altrettanto remunerativo rispetto a quelle ‘pesanti’, consentono comunque di arrotondare. E poi il lavoro non manca mai. Il resto – quegli stupefacenti ‘cari’ come la cocaina, con una dose (1/3 di grammo) che costa circa 30 euro – sono ad oggi nella quasi esclusiva disponibilità di spacciatori dell’area nordafricana. Incassi consistenti, i rischi di sempre – arresti frequenti ma il carcere non è scontato – e, insomma, un bel business che, anche in questo caso, vale evidentemente la pena tutelare con un accordo.

La geografia

Lo storico ‘triangolo delle Bermude’ – piazza dei Bambini e delle Bambine, corso Vecchio, parco Ciaurro – resta una zona sempre attiva dal punto di vista dello smercio. Ma i costanti controlli delle forze dell’ordine hanno ‘spinto’ i pusher a cambiare, in qualche caso, zone e strategie. Ad esempio attivandosi in orari sempre più notturni e spostando il proprio raggio d’azione anche fuori dal centro. A borgo Bovio ad esempio – frequenti i ‘movimenti’ registrati fra via Donatori di Sangue e villaggio Achille Grandi -, ma anche in piazza della Pace. Con alcune ‘costanti’: il parco Rosselli, Sant’Agnese (zone dove i nordafricani che spacciano si muovo con una certa disinvoltura), la Passeggiata (piazza gestita da pusher centroafricani).

Aggressività in crescita

Altri elementi – fra vecchi e nuovi – dicono che i clienti da fuori provincia – in primis da Rieti – sono in aumento: non si tratta solo di ‘tossici’ conclamati, ma anche di persone senza precedenti che si muovono anche per quantitativi relativamente modesti di droghe ‘leggere’. Terni ‘tira’, evidentemente. Ma c’è un altro aspetto che va evidenziato ed è decisamente preoccupante: l’aggressività degli spacciatori e di chi gestisce il giro, nei confronti delle forze dell’ordine, è cresciuta. Fermare qualcuno per un controllo – da qualche tempo – vuol dire rischiare, oggi più di ieri. C’è chi, in pratica, non si fa scrupoli: non solo a fuggire, ma sempre più spesso a spintonare, colpire, talvolta – è accaduto – ad accoltellare. Quasi che non ci sia nulla da perdere. E a volte è proprio così.

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