Terni, piazza Valnerina: si chiude la voragine

Si lavora nel sottosuolo per poi far sparire la ‘ferita’ in superficie, ma restano tutti i dubbi sulle cause del cedimento

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I lavori nella piazza (Foto A.Mirimao)

I lavori vanno avanti spediti. Si vuole chiudere, in fretta, quella ferita che dalla mattina dell’8 ottobre sfregia piazza Bruno Buozzi (Valnerina) a Terni. Ma non basterà una gettata di cemento a porre fine alle domande: perché sarà necessario fare chiarezza sui motivi, tutti i motivi, che hanno fatto spalancare quella voragine.

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Il dehor in bilico

I fatti Era mattina presto e, mentre i clienti abituali facevano colazione nel dehor del bar all’angolo tra la piazza e via della Bardesca, un boato ha preceduto di pochi secondi il cedimento della pavimentazione. Un enorme buco si è aperto nel terreno e il dehor è rimasto pericolosamente in bilico nel vuoto.

SALVO PER UN PELO – IL VIDEO

La piazza ferita

La piazza ferita

La messa in sicurezza Quello che si è fatto, subito, racconta l’assessore Stefano Bucari, «è stato, oltre a far sgombrare il palazzo fino a quando non siamo stati sicuri che le persone potessero tornare a casa e al lavoro in sicurezza, avviare una serie di verifiche sulle strutture e nel sottosuolo, al fine di avere un quadro che fosse il più chiaro possibile sul complesso della situazione esistente, così da intervenire nella maniera più rapida ed efficace».

LA RIMOZIONE DEL DEHOR – IL VIDEO

I lavori per il parcheggio

I lavori per il parcheggio

I dubbi E, mentre si rimuovevano le macerie e i liquami, si era fatta avanti l’ipotesi – peraltro emersa subito dopo il crollo – che l’uomo avesse la sua parte di responsabilità. Soprattutto perché nella ‘relazione tecnica ispettiva’ del 13 ottobre era scritto con chiarezza che era stato rilevato che nel tratto del canale sotterraneo che scorre lì sotto si sarebbe formato uno strato di liquami decisamente non normale e che la causa sarebbe riconducibile ad una deviazione della vecchia sezione del canale in corrispondenza della struttura del parcheggio interrato costruito anni fa in quella piazza dall’impresa edile Flamini Giuseppe e dalla società cooperativa Pitagora.

IL FOTORACCONTO 

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L’area interessata dai lavori (Foto A.Mirimao)

I tempi Ma intanto si punta a riportare, almeno in superficie, la situazione alla normalità e che si voglia fare alla svelta lo attesta anche l’ordinanza del sindaco Di Girolamo, datata 17 ottobre, con la quale si impone a Telecom «di procedere senza alcun indugio e comunque entro e non oltre 3 giorni allo spostamento degli impianti e i relativi apparati presenti sul marciapiede sito nell’intersezione tra viale B. Brin – piazza Buozzi e via della Bardesca, dato che gli impianti interferiscono con l’area interessata da una voragine ed è prossima, comunque, all’area da bonificare in seguito al crollo della volta di copertura dell’antico Canale della Bardesca».

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Il pozzo di ispezione (Foto A.Mirimao)

Fare chiarezza Poi, però – il tema, com’è fin troppo facile da comprendere, è decisamente delicato – il fatto che il buco non si vedrà più, non significherà che non c’è mai stato. E, soprattutto, che si potrà far finta che non sia successo nulla: lì poteva verificarsi una tragedia e, detto che il pozzo di ispezione in fase di ultimazione nel sottosuolo è il benvenuto, è evidente che se sarà magari sufficiente a prevenire nuove sgradevoli e pericolose sorprese, non basterà ad impedire che si chieda di sapere quali sono state le vere cause, tutte le vere cause, di una catastrofe sfiorata ed evitata solo per pura fortuna.

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