Terni, quote acqua: ‘No Inceneritori’ contesta

Il comitato: «La Corte dei Conti riafferma la necessità di garantire il controllo pubblico. Sanzioni amministrative ai comuni che non svolgono la funzione di controllore»

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«Il consiglio comunale di Terni venerdì si appresta a discutere del riordino delle proprie partecipazioni dirette e indirette tra cui il Sii, la cui maggioranza dei soci sono i comuni della provincia di Terni e per una minima parte (25%) Umbriadue (leggi Acea). I consiglieri e la giunta ignorano forse come la Corte dei Conti abbia riaffermato altro», scrivono in una nota dal comitato No Inceneritori Terni.

Il Sii

«Nella seduta di giunta del 20 dicembre, mentre nelle premesse si dice che il Comune di Terni ‘ad oggi ha fondato la sua convinzione di considerare a controllo pubblico ad esempio la sua partecipata Sii’ dopo poche pagine dello stesso documento, vengono ribaltate le fondate convinzioni affermando che alla luce di alcune delibere della Corte dei Conti e ‘come meglio specificato nelle premesse l’Ente ritiene la società Sii non in controllo’. E così invece di rivendicare il diritto di controllare le proprie società, accettando il fatto che il Sii non è a controllo pubblico, sulla base di una loro interpretazione di alcune recenti delibere della corte dei conti si metterebbe definitivamente la parola fine alla questione acqua pubblica. Delibere tutt’altro che chiare e che a ben guardare assegnano ai Comuni un ruolo di controllore tanto da indicare come gravemente inadempiente chi non lo svolge prevedendo responsabilità amministrative di tipo sanzionatorio. Sanno questo i consiglieri che hanno deciso di votare il piano di razionalizzazione?».

Tutti in consiglio comunale

Ammettendo di non controllare il Sii «il Comune si toglierebbe di dosso una serie di grane previste dalla legge Madia che riformando la legge sugli Enti pubblici prevede azioni concrete da mettere in campo per migliorare l’efficienza di queste società. Come ad esempio ridurre i costi di gestione in modo da non gravare sulle bollette dei cittadini che consumano e pagano l’acqua. Ma evidentemente è molto più semplice delegare il privato (leggi Acea) che occuparsi direttamente dei nostri bisogni essenziali. Per questo venerdì invitiamo di nuovo la cittadinanza ad essere presente nella sala consigliare».

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