Terni, soldi per evitare la querela: tutti assolti

A giudizio c’erano finiti tre pubblici ufficiali, colui che li aveva offesi e l’avvocato che aveva sancito l’accordo: «Fatto non sussiste»

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Per l’accusa avrebbero dovuto procedere d’ufficio e relazionare dettagliatamente ai rispettivi superiori, anziché accordarsi separatamente con colui che li aveva offesi. L’intesa, raggiunta sulla base di un ‘risarcimento’ di 1.800 euro versato da un 30enne ternano, era servita a chiudere la questione senza querele. Ma per la procura i tre soggetti ‘bersagliati’ da quest’ultimo durante lo svolgimento dei propri compiti di pubblici ufficiali – una guardia zoofila del Wwf, un agente della polizia municipale ed un agente giurato volontario -, così come l’avvocato che aveva sancito l’accordo fra le parti e l’uomo che aveva dato in escandescenze e poi sborsato la cifra, erano responsabili del reato di ‘induzione indebita a dare o promettere utilità’. Da qui il rinvio a giudizio datato ottobre 2015.

SOLDI PER EVITARE LA QUERELA: LA VICENDA

Assolti Martedì mattina il collegio giudicante presieduto da Massimo Zanetti e composto dai giudici Federico Bona Galvagno e Barbara Di Giovannantonio, ha assolto i cinque imputati perché ‘il fatto non sussiste’. L’accusa, rappresentata in aula dal pm Tullio Cicoria, aveva chiesto condanne a due anni e otto mesi per tutti. Soddisfatti i legali difensori dei cinque: gli avvocati Massimo Minciarelli, Valentino Viali, Massimo Proietti, Gaetano Catapano, Luciano Rossi e Alberto Orsini.

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