Terni, Uil fuori dal coro «Sindaco ha ragione»

Da Gino Venturi una lettura decisamente diversa del ‘Documento politico’ presentato dalla giunta comunale ai consiglieri di maggioranza divulgato da umbriaOn

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“In direzione ostinata e contraria“, si sarebbe detto una volta. Ma forse anche oggi, visto che la Uil Fpl di Terni assume una posizione decisamente diversa rispetto a quelle (sindacali e politiche) che hanno fatto seguito alla divulgazione, da parte di umbriaOn, del ‘Documento politico’ presentato dalla giunta comunale ai consiglieri di maggioranza.

IL ‘DOCUMENTO POLITICO’

Gino Venturi

La Uil «Finalmente il sindaco – dice Gino Venturi segretario della Uil ternana – ha dato ragione ai lavoratori del Comune di Terni. Non c’è stata negli ultimi anni una sola assemblea sindacale, o anche semplice scambio di opinione tra dipendenti, che non abbia sottolineato come la macchina comunale non funzioni bene ed è spesso emerso tra i lavoratori un forte sentimento di frustrazione. I servizi sono stati comunque garantiti, talvolta anche in modo eccellente, solo grazie ai lavoratori che si sono prodigati per senso di dovere e rispetto verso i cittadini. Quello che manca invece è l’organizzazione, il personale, la formazione, il coinvolgimento, gli strumenti, gli incentivi, un sistema premiante efficace e non fonte di ingiustizie come quello attuale».

La rivendicazione Secondo Venturi «è stata sbagliata la politica delle esternalizzazioni iniziata decenni fa di cui oggi si pagano le conseguenze, non sono stati riorganizzati i servizi, ne attuati i piani di miglioramento, ne contrastati efficacemente gli sprechi e le inefficienze. Non ci sono da decenni indirizzi politici chiari da attuare e abbiamo una dirigenza spesso inadeguata, talvolta arrogante, generalmente strapagata. Insomma sono tutte cose che la Uil Fpl ha sempre, anche pubblicamente denunciato. Anche nei tribunali. Facendo pure studi, proposte e presentando alternative. Molto spesso da sola e contrastata».

«Di Girolamo ha dato ragione ai lavoratori» Poi l’analisi del segretario della Uil, partendo dalla considerazione che «da parte dell’amministrazione si è sempre sbandierata demagogicamente chissà quale rivoluzione organizzativa e meritocratica (sostenuta persino da alcune organizzazioni sindacali) ma che, come da noi previsto, si è dimostrata completamente fallimentare» e dal fatto che «si è cercato anche di relegare il sindacato ad un ruolo marginale, ritenuto come un inutile ingombro», arriva a dire che «finalmente ora il sindaco, dando ragione ai lavoratori e al sindacato che li rappresenta, ammette che c’è una “rilevante inefficienza della nostra struttura tecnico-amministrativa”. Esattamente quello i lavoratori dicono sempre nelle assemblee. Non dunque dipendenti inadeguati o non diligenti, ma una “struttura” quindi una organizzazione inefficiente. E la struttura non la definiscono certo i dipendenti o il sindacato, ma amministratori e dirigenti. Ne è consapevole anche il sindaco aggiungendo ”non siano riusciti a porre riparo con le riforme della macrostruttura”».

La polemica Secondo Gino Venturi, insomma, «è miope un sindacato che attaccasse il sindaco per questa ammissione di responsabilità invece di farne tesoro reclamando e pretendendo coerenza con conseguenti scelte, atti, comportamenti in grado di superare la riconosciuta “rilevante inefficienza”. Basta con la demagogia, con l’approssimazione, con il navigare a vista. Tirando a campare giorno dopo giorno. I lavoratori vanno coinvolti, ascoltati, formati costantemente, motivati, premiati, valorizzati. Si capisca che non servono assessori che pensano ai modelli organizzativi ma che invece esaminino uno per uno i diversi servizi migliorandoli, che è necessario riconsiderare pragmaticamente la convenienza delle esternalizzazioni effettuate (ad iniziare da quella delle multe al codice della strada), che occorre una politica di assunzioni e “svecchiamento”, incentivazione e prospettive di carriere, strumenti, risorse, investimenti, organizzazione».

Il dissesto Poi il segretario della Uil torna su un tema a lui caro: «Perché ciò avvenga, tuttavia, in questo momento è fondamentale evitare le conseguenze negative che un eventuale dichiarazione di dissesto (ed anche il ricorso al fondo di rotazione) provocherebbe anche sui dipendenti e sui servizi. Privandoli persino di una parte dei benefici economici e di carriera che dopo tanti anni il nuovo contratto nazionale di lavoro porterà. La prima cosa da fare dunque per un sindaco che riconosce che c’è una rilevante inefficienza organizzativa e che vuole porre rimedio è fare di tutto per evitare il dissesto e l’utilizzo del fondo di rotazione. Sarebbe un grave errore per il sindacato “abboccare” in inutili e strumentali schermaglie tese solo a distogliere l’attenzione dal problema di fondo legato alla situazione finanziaria dell’Ente con pesanti ricadute non solo sui cittadini ma anche sul personale».

 

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