Terremoto, le tante facce del dramma

La priorità è assistere chi ha perso la casa e il lavoro, ma il sisma ha messo in ginocchio un intero sistema sociale ed economico

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Protesta a Norcia contro i container

Protesta a Norcia contro i container

Non solo chi ha perso la casa – e ora si ritrova con la prospettiva di dover passare i mesi più freddi dell’anno in un container ‘condiviso’ – e chi non ha più un lavoro. Non solo un’intera economia messa letteralmente in ginocchio e che da subito ha cercato di rialzare la testa (IL COMITATO ‘ I LOVE NORCIA’ IN CAMPO – VIDEO), per quanto possibile. Le facce del dramma causato dal terremoto, che dallo scorso agosto si sta abbattendo sul centro Italia anche con nuove e forti scosse nelle ultime ore, sono tante e riguardano mille aspetti pratici della vita di ogni giorno, oggi stravolta.

IL SIGNOR GINO: «HO PERSO TUTTO» – VIDEO

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L’area della scuola ‘Battaglia’

I container I discussi container, oggetto sabato mattina della protesta messa in atto presso il Coc dai cittadini del comitato ‘Vivere Norcia’ (PARLANO I CITTADINI – VIDEO), sono destinati ad ospitare centinaia di persone rimaste senza una casa. Le operazioni di urbanizzazione non sono ancora iniziate e vedranno in campo il Genio militare dell’Esercito Italiano: proprio in questi giorni gli addetti del Comune di Norcia stanno ultimando la raccolta delle richieste da parte dei cittadini e a stretto giro l’intervento partirà. Sette i punti del territorio comunale in cui verranno posti i moduli abitativi: a Norcia sono la zona industriale e una parte di via Circonvallazione. Poi ci sono le ‘tendopoli’ delle frazioni, destinate ad essere sostituite: San Pellegrino, Ancarano, Popoli, Frascaro e Savelli.

SFOLLATI A TERNI, LE STORIE DEL DOLORE

Viabilità in ginocchio La situazione della ‘variante’ della Rocchetta, la strada oggi utilizzata per raggiungere Norcia dopo l’interruzione della statale Valnerina per i danni causati dalle scosse, è sempre più pesante. Non solo per le condizioni di una strada di certo non pensata per accogliere volumi di traffico come quelli attuali, ma anche per le condizioni meteorologiche con l’arrivo della prima neve. Il sindaco Nicola Alemanno (VIDEO) lo ha definito «uno dei problemi più seri da affrontare con urgenza», assicurando l’impegno delle istituzioni per trovare una soluzione. Ad oggi chi deve muoversi da e per la cittadina, inclusi studenti e cittadini sfollati, non può sentirsi affatto sicuro.

IL SINDACO DI NORCIA: «VIABILITÀ IN GINOCCHIO» – VIDEO

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San Benedetto

Il patrimonio culturale Sabato mattina l’arcivescovo della diocesi di Spoleto-Norcia, Renato Boccardo, e il suo predecessore Riccardo Fontana – vescovo per ben quattordici anni e «cittadino di Norcia» come ama definirsi – hanno visitato il centro urbano della città di San Benedetto per toccare con mano il dramma che è anche culturale, urbanistico, turistico e sociale. Dai due religiosi sono giunte parole di sostegno alle popolazioni – oltre ad iniziative concrete come quelle attivate sull’intero territorio diocesano – ma anche un impegno, in particolare da monsignor Boccardo, a far sì che vengano messe in atto tutte le azioni possibili per far rinascere un patrimonio ad oggi in ginocchio e di cui la basilica di San Benedetto simboleggia pienamente il dramma.

GLI ARCIVESCOVI: «CE LA FAREMO» – VIDEO

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Terremoto a Norcia

Morti senza pace Accanto a quelli vissuti sulla propria pelle dalla gente, costretta a scappare dai luoghi del sisma, ci sono i tanti drammi di chi resta. Di chi non sa come e quando si ripartirà ed è consapevole che, per riuscirsi, servirà tanto tempo. E poi ci sono anche problemi pratici, di dignità e decoro, forse non prioritari in questa fase. Ma che fanno male. Come quelli legati ai cimiteri del territorio, venti solo nel Comune di Norcia. Il terremoto ha infatti privati della pace anche chi riposava in questi luoghi: basti pensare che la stima dei tecnici comunali – supportati dai colleghi di altri comuni umbri – è di circa 500 salme, alcune delle quali tumulate da decenni, portate ‘alla luce’ in seguito ai crolli causati dal sisma nei vecchi cimiteri del territorio. Non è escluso che le ragioni pratiche spingano verso soluzioni come quella della cremazione e in questo senso si cercherà di riflettere insieme alle famiglie. Perché il lavoro, se impostato su un trasferimento massivo delle bare emerse, si preannuncia imponente e dispendioso.

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