Umbria, cani all’estero: «Finalmente lo stop»

Esultano le associazioni che da tempo si oppongono al trasferimento degli animali. Il sindaco di Montefranco non ci sta e replica

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Fa discutere il provvedimento con cui la Regione Umbria, attraverso i propri uffici, ha di fatto bloccato il trasferimento all’estero di cani di proprietà di alcuni Comuni – fra cui quello di Montefranco – sulla base del fatto che la registrazione dell’associazione che le ha sin qui gestite, la ‘Animali Amo’ con sede a Roma, non è più valida per l’assenza di una specifica determina dirigenziale.

Soddisfatti Ad esultare sono le associazioni animaliste – come Grandi Amici onlus, Lai, Mare, Enpa di Perugia, Terni e Narni e Piccoli Amici – che si sono sempre opposte al trasferimento degli animali, in particolare verso la Germania. «Abbiamo appreso la cosa – spiega Silvia Festuccia di Grandi Amici – dallo ‘sfogo’ pubblicato online dal sindaco di Montefranco. Ora attendiamo di effettuare l’accesso agli atti alla Regione ma non possiamo che dirci soddisfatti perché finalmente sembra che per la prima volta vengano applicate in modo corretto le normative nazionali e regionali vigenti».

«Tutto regolare» Chi, all’opposto, non accetta il passo compiuto dall’ente è – fra gli altri – il sindaco di Montefranco: «Nel tempo i cani sono stati adottati da famiglie che risiedono all’estero – afferma Rachele Taccalozzi – sulla base della procedura operativa prevista dal ministero della salute ed articolata in dodici punti. La Regione l’ha recepita aggiungendo solo un vincolo, relativo al numero dei cani. Ora il nuovo dirigente sostiene che non basti la registrazione, da parte dell’associazione che opera in convenzione, ma sia necessaria un’iscrizione. In pratica una procedura diversa che richiedere altri requisiti, come quello di avere una sede in Umbria. Il punto è che è lo stesso ministero ad affermare che basta la registrazione, la stessa che ha consentito all’associazione di operare regolarmente negli ultimi quattro anni».

Il danno «Sabato (domani, ndR) è previsto il trasferimento di quattro animali ma ciò non potrà avvenire – prosegue il sindaco – con danno per l’ente e la comunità. Speriamo che gli adottanti vengano a prenderli personalmente in Italia. Altrimenti le bestiole rimarranno nel canile. Noi spendiamo circa 2 mila euro l’anno per ciascun animale. Ora ne abbiamo trenta ed il conto è presto fatto. La nostra procedura di adozioni è stata già impugnata dalle associazioni di fronte al Tar ma il tribunale, oltre a non concedere alcuna sospensiva, ha condannato le ricorrenti al pagamento delle spese. Per questo attendiamo con assoluta fiducia la decisione nel merito. Sicuramente, a fronte del passo compiuto dalla Regione, non resteremo con le mani in mano».

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