Umbria, Cgil: «Servizi per l’infanzia in crisi»

Il sindacato denuncia la situazione: «Gravi problemi sia a Perugia che a Terni». Foligno e San Giustino fra i ‘virtuosi’

Condividi questo articolo su

di M.Lilla

«I servizi educativi per l’infanzia sono in uno stato di forte criticità in diversi comuni dell’Umbria»: non usa mezzi termini la Fp Cgil per descrivere la situazione «a macchia di leopardo» in cui versa il sistema di servizi all’infanzia.

Eccellenze e criticità Se la premessa allarma, non si può prescindere dal fatto che non è l’intero sistema ad essere in stato d’agitazione. Una buona parte dei comuni dimostra di aver raggiunto un ottimo livello di competenze e professionalità. «A dieci anni dal varo della legge regionale – precisa il sindacato – in alcuni comuni di media entità come quello di San Giustino dove si è tutelato il servizio pubblico, il sistema ha retto. In altri, tra cui sicuramente Terni, Spoleto, Marsciano e Perugia, registriamo un depotenziamento dell’attività pubblica e l’adozione di politiche che sembrano favorire le strutture private, con una riduzione di risorse in gran parte a carico del costo del lavoro».

Perugia mense mensa bambini scuola asilo materna

Perugia Puntando l’occhio sul capoluogo, il sindacato denuncia una disattenzione della politica di Palazzo dei Priori nel garantire, per l’anno scolastico che sta per partire e i futuri, una gestione pubblica del servizio. Se allarma parecchio la situazione della scuola Santa Croce, preoccupa anche una mancanza di ricambio generazionale delle educatrici in un sistema che ha bisogno di una «seria riorganizzazione».

Terni Se Atene piange Sparta non ride. A Palazzo Spada infatti, le cose sembrano andare anche peggio. Dopo anni di eccellenze, la nuova riorganizzazione voluta proprio quest’estate ha portato alla chiusura di due sezioni delle materne e di una negli asilo nido, in aggiunta alla riduzione di orario in due sezione della materna. Tutto questo perché è mancato il turn over di tre educatrici. Ma non finisce qui, il sindacato punta il dito su un taglio sostanziale di 400 mila euro che potrebbe portare all’eliminazione di tutti quei progetti correlati al sistema educativo, non garantendone la continuità nell’intero anno scolastico: «Come per la Casa di Alice e la struttura Pollicino – denuncia il sindacato – oltre ad una riduzione nella struttura ‘Aula verde’».

Tra buone e cattive gestioni
La Fp Cgil fa un quadro globale del territorio regionale e i casi di ‘buona’ e ‘cattiva’ gestione sono anche vicini da un punto di vista geografico. Se a Spoleto l’ingolfamento di un sistema non ottimale è colpa di una gestione «poco attenta», a Foligno proprio la volontà di puntare sul pubblico ha portato il servizio a livelli d’eccellenza. A Marsciano, invece, il sindacato accusa l’amministrazione di volere delocalizzare verso il privato l’intero servizio, senza però dimostrare la reale convenienza per i cittadini.

Palla alla Regione Ora il cerino passa virtualmente alla Regione attraverso la richiesta di verificare il rispetto della legge regionale sui servizi educativi dell’infanzia da parte dei Comuni. «Lanciamo un grido d’allarme a ridosso della ripresa didattica per aprire una riflessione ed un confronto su questa tematica con la nuova giunta regionale. Si tratta di un tema fondamentale per tante famiglie e per il futuro della comunità»: in questo senso la Cgil non intende mollare.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli