Umbria, formazione decisiva per la ripresa

Le imprese la vedono come un elemento fondamentale per superare la crisi: anche per questo crescono gli investimenti nel settore

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di M.Lilla

La lunga crisi economica che si trascina da anni sembra aver rallentato la morsa, questo però non rincuora il tessuto economico regionale umbro, sempre alle prese con problemi di competitività. Alcuni segnali sono comunque incoraggianti e arrivano soprattutto dalla provincia di Perugia dove il manifatturiero ha fatto registrare nel secondo trimestre del 2015 segnali positivi rispetto al 2014.

Futuro nella formazione I migliori risultati sono arrivati dall’industria meccanica e dei trasporti, oltre che dal trattamento dei minerali; anche l’artigianato ha avuto un risultato positivo ma resta il problema legato agli investimenti e all’accesso al credito, quest’ultimo una vera chimera per le piccole imprese (solo un +0,2% nell’ultimo anno). L’alternativa intrapresa da parte delle imprese umbre sembra essere l’investimento sul capitale umano attraverso un rafforzamento della formazione. Dall’assemblea territoriale umbra di Fondimpresa, svoltasi nei giorni scorsi, è emerso che nei primi dieci mesi del 2015 sono stati presentati dalle aziende della regione 271 piani di formazione, con un aumento del 43% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In sensibile aumento anche i lavoratori coinvolti che hanno raggiunto il numero di 5.586, a fronte dei 4.563 del 2014 (+22%).

Fondimpresa Il Fondo interprofessionale creato e gestito da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil e che, alimentato dal contributo dello 0,30% che le imprese versano sulle retribuzioni dei loro dipendenti, è stato creato per finanziare i piani formativi proposti dalle imprese iscritte. In Umbria l’ammontare dei finanziamenti di  Fondimpresa è passato da 1,13 a 1,46 euro milioni di euro (+29%); quello dei cofinanziamenti delle imprese per i piani presentati è passato da 374 mila a 719 mila euro, con un aumento di oltre il 90%. L’importo totale dei finanziamenti relativi ai piani autorizzati è pari a 2,18 milioni di euro rispetto ai 1,5 del 2014 (+44%).

Quanta formazione ancora? La febbre della ‘formazione’ in Umbria è ‘contagiosa’, anche se gli effetti tardano in qualche caso ad arrivare. La formazione viene vista come carta vincente non solo dalle imprese: da tempo la Regione ha preso a cuore la questione e così diventa occasione quel ‘buco’ istituzionale creatosi con la chiusura delle province. Non solo un’intenzione di indirizzo delle imprese, quindi, ma un rafforzamento di volontà politica di centralizzazione regionale, ponendo sotto uno stesso ufficio lo sviluppo economico, l’impiego e la formazione. Le prime avvisaglie arrivano da Terni dove si è aperta una discussione con i sindacati sulla collaborazione fra il Centro per l’impiego e Sviluppumbria e chissà se si sta pensando la stessa cosa anche per la provincia di Perugia.

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