Umbria, manca sangue «Tornati indietro»

Le cifre parlano di una regressione ai livelli del 2008. Manca la fascia dai 18 ai 30 anni. Il presidente: «Serve maggiore sensibilizzazione dalle famiglie»

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I donatori abituali di sangue sono sempre meno: quest’anno mancano all’appello 1600 sacche in Umbria rispetto al 2016. Altre 1900 ne mancavano lo scorso anno rispetto al precedente. Un’emorragia – è proprio il caso di dirlo – colpa di regole più rigide ma anche di minori accessi ai punti emotrasfusionali: i donatori sono sempre più pochi e sempre meno abituali. Un vuoto fra i più giovani: manca la fascia d’età 18 – 30 anni. «Per noi, i ‘giovani donatori’ sono i trentenni», dice amaro il presidente regionale Avis Umbria Andrea Marchini nell’intervista a umbriaOn.

«DATI PREOCCUPANTI, MANCA IL RICAMBIO GENERAZIONALE» – L’INTERVISTA

Avis Umbria, presentazione calendario 2018 da sinistra: Mauro Marchesi (ospedale Perugia), Andrea Marchini (Avis Umbria), Luca Baldini (edizione Campi)

Da sin.: Marchesi, Marchini e Baldini

Donazioni meno costanti «Siamo veramente preoccupati perché per il secondo anno abbiamo una seria carenza di donazioni nella nostra regione, dopo 20 anni di crescita costante – ha detto Marchini – una carenza dovuta a varie problematiche: a cominciare dalle nuove normative che hanno ristretto le maglie (la zanzara Chikungunya e la diffusione di altri virus contagiosi ha escluso dalle donazioni molte persone), ma in generale registriamo minore costanza. In tanti si limitano a una donazione l’anno, addirittura una ogni due. Noi, per quanto possibile, stiamo cercando di aumentare la possibilità di donazioni, con aperture pomeridiane e nei weekend».

Coinvolgere i giovani «La preoccupazione maggiore – ha aggiunto il presidente – riguarda i giovani dai 18 ai 30 anni. In quella fascia abbiamo uno scarsissimo coinvolgimento. Purtroppo le famiglie li coinvolgono poco mentre invece i ragazzi andrebbero sensibilizzati su queste tematiche. Il sangue giovane è il più prezioso ed è quello che più manca. Questione di stili di vita ma anche di scarso coinvolgimento».

Il calendario Il pretesto era la presentazione del calendario ‘Barbanera’ e ‘Piccolo Barbanera’ 2018, distribuito gratuitamente proprio per sensibilizzare i donatori ad essere più costanti, valido strumento di comunicazione sul tema. Presenti – oltre a Marchini – il vice presidente Francesco Petrelli e il segretario Andrea Casale. Interventi del primario del servizio immunotrasfusionale dell’ospedale di Perugia Mauro Marchesi e del responsabile di edizioni Campi Luca Baldini.

Il terremoto è ogni giorno «Abbiamo fatto passi in avanti sull’utilizzo delle sacche raccolte – dice Marchesi – ottimizzandone l’uso e questo riesce in parte a sopperire alla mancanza di sangue. Stiamo cercando di migliorare l’accesso alla donazione cercando di dare la possibilità di farlo in futuro anche le domeniche e i pomeriggi. Quello che dobbiamo tutti tenere in considerazione è che potrebbe accadere a tutti di avere bisogno di una trasfusione. Nel periodo del terremoto ad esempio, ci sono state molte donazioni ma questa abbondanza non dovrebbe esserci solo in questi momenti tragici; il sisma è tutti i giorni e lo ritroviamo nei malati che hanno bisogno di sangue».

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