Gli sfasciano l’auto, parla don Ferdinando

Perugia, il parroco di Sant’Agostino ha subito il danneggiamento dell’auto ma la spiegazione ancora non c’è: «Io comunque non ho paura»

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di P.C.

Parla piano, don Fernando Sulpizi, con una musicalità tutta sua. Non potrebbe essere altrimenti, visto che è musicista e compositore.

Don Ferdinando Sulpizi

Stranieri

Lo incontriamo nel suo ufficio, all’interno della chiesa di Sant’Agostino, a Perugia, slargo che si apre quasi a sorprendere il viandante in una strada stretta e lunga come corso Garibaldi, a due passi dall’università per Stranieri. E ce ne sono molti, ormai, di stranieri, nella strada; ma non sono solo studenti, anzi. Una delle frasi che il don ripete più spesso è che ormai, qui, di perugini, ne sono rimasti ben pochi. Secondo lui è questa la vera emergenza, non la sicurezza: «Siamo rimasti in pochi e quei pochi hanno la mia età – dice prima dell’intervista – così anche la chiesa si svuota: gli studenti vanno nella chiesa dell’Università, gli stranieri hanno altre forme di aggregazione…».

Uno ‘sgarro’

Insomma la comunità parrocchiale sta perdendo la sua coesione. E forse si spiega anche così il gesto di cui è stato vittima il parroco. Non è stato un tentativo di furto, questo appare evidente: chi gli ha rotto 4 vetri dell’auto, una vecchia Polo, parcheggiata come di consueto proprio davanti all’ingresso della chiesa («su terreno della chiesa, per non avere problemi coi vigili e i residenti», chiarisce lui), voleva fare uno sfregio e voleva farlo proprio a lui. Perché? Il primo pensiero va ad un dissidio con qualcuno, magari uno dei tanti sbandati che, quasi ogni giorno, vanno a chiedergli soldi, estorcendo la carità. Sono sia italiani che stranieri. Vivono ai margini. Quasi sempre tossicodipendenti. Ma a lui non viene in mente nessuno che possa avercela così tanto da arrivare a questo né, negli ultimi giorni, ci sono stati episodi particolari che potessero far pensare ad un tale epilogo.

I precedenti

Lui non vuole parlarne. Forse davvero – come dice – non ricorda, avendo pensieri più importanti nella testa. Ma le cronache raccontano di almeno due recenti episodi clamorosi che hanno visto vittima il parroco o comunque la chiesa.  Nel 2015 nel piazzale esplose un ordigno rudimentale: polvere da sparo avvolta all’interno di un elenco telefonico. Una sorta di grande petardo. Sui pensò subito ad un messaggio al parroco che già da qualche anno aveva alzato la voce contro le brutte frequentazioni della piazza, denunciando che era di fatto costretto a pagare una ‘tassa’ a mendicanti e tossicodipendenti che andavano in continuazione a chiedere denaro. Successivamente, uno di loro è stato arrestato. Ancora prima, nel 2013, fu denunciato un tentativo di furto sacrilego: i ladri volevano rubare le ostie benedette.

Le telecamere non hanno visto

«Ma di furti ce ne sono in continuazione», dice don Fernando, mostrando il sistema di videosorveglianza che monitora costantemente quanto avviene nella chiesa. Ma non fuori. Nessuna telecamera ha inquadrato l’autore del danneggiamento all’auto. Nemmeno quello del distretto militare che sorge proprio accanto alla chiesa. L’auto era in un punto cieco. Intanto, il quartiere – lo stesso dove di recente è stato aggredito lo chef Michele Radicchia – si è stretto attorno al parroco e i pochi fedeli rimasti di tanto in tanto passano a trovarlo.

Si va avanti

«Io, comunque, non ho paura – ci dice – ho fatto aggiustare la macchina e vado avanti, pensando alla chiesa e alle mie opere». Così, lo lasciamo al suo lavoro. Sta preparando i commenti sonori per un audiolibro su Sant’Agostino: 340 composizioni con 14 ensemble musicali.  Un modo per evadere dalle miserie della vita quotidiana.

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