Villalago di Terni: «Diciamole addio»

Per Sandro Piccinini (PD) non c’è più speranza: «Credo che la partita sia definitivamente chiusa. Provo solo dispiacere, rabbia, sconcerto. Un vero peccato»

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Il redde rationem sarebbe arrivato. A dirlo è il consigliere provinciale e comunale del PD, Sandro Piccinini, che con un accorato post su Facebook, ha praticamente messo una pietra tombale sul futuro di Villalago.

L’INTERROGAZIONE DI SANDRO PICCININI E L’ORDINANZA DI DI GIROLAMO: «TIRARE GIÙ 21 ALBERI»

Sandro Piccinini

La denuncia «A seguito di una mia interrogazione riguardante Villalago – scrive Piccinini – ho avuto attraverso un accesso agli atti, la risposta della societa che dovrebbe gestire un bene completamente abbandonato a sé stesso. Tra giustificazioni, ritardi, scuse, con tutte le responsabilita che a parere suo sono della Provincia, della Protezione civile, dell’Agenzia forestale e del Comune, credo che Villalago, la villa, le scuderie, il parco, non saranno più a disposizione della comunita, perche e evidente che nel caso si aprisse un contenzioso, questo durerà anni e li cadrà giù tutto». 

Le spiegazioni Perché nella lettera che l’avvocato Walter Galati, uno dei procuratori della ‘Il Delta gestione & servizi’ ha inviato il 30 settembre scorso alla Provincia di Terni, c’è tutto e il contrario di tutto: le «problematiche che non hanno permesso la realizzazione dei lavori di straordinaria manutenzione indicati nel Capitolato di gara»; il fatto che «la consegna delle chiavi e l’immissione in possesso» sarebbe avvenuta in ritardo; le «concause tra le quali, la vetustà della proprietà e del parco e la totale assenza nel corso degli anni, di ordinaria e straordinaria manutenzione a seguito dell’abbandono dell’istituto Icsim». Ma non solo. 

Le recriminazioni Perché ‘Il Delta gestione & servizi’ dice che «nel giugno 2016 a pochissima distanza dalla consegna, sono stati effettuali importanti e numerosi interventi e lavori». Poi, però, «è accaduto purtroppo l’imponderabile, con il noto terremoto, che ha arrecato qualche danno alla villa e con le ultime scosse, gravi danni all’anfiteatro, che hanno portato alla dichiarazione di inagibilità da parte della Protezione civile sullo stesso». Ovviamente, è la spiegazione, «tale stato di cose non ha permesso di avviare alcuna progettazione e lavoro straordinario».

I ritardi Però, dice l’avvocato Galati, «per quanto riguarda lo stato di pericolosità del parco siamo in via di risoluzione, poiché stiamo finalmente per ottenere l’autorizzazione al taglio sul parco monumentale», visto che «è stata evidenziata la precarietà e pericolosità per la pubblica incolumità e per la villa stessa, del bellissimo pino monumcntale, la cui chioma purtroppo inclinata grava sul tetto e sul fianco della villa arrecando danni. Quanto sopra evidenziato deve essere necessariamente ravvisata, quale ulteriore ed importante concausa per il mancato intervento straordinario previsto sull’immobile, non permettendo quindi il rispetto dei termini previsti dal capitolato».

La richiesta E insomma, dalla ‘Il Delta gestione & servizi’ arriva alla fine la richiesta: «Per quando sopra descritto, riteniamo necessario ed indispensabile riconsiderare i termini di scadenza contrattuale previsti nel Capitolato di gara e riproporre gli stessi, esattamente come nuova durata e termine a far data della presente. Tale proroga servirà per la prosecuzione della realizzazione ed approvazione dei progetti e dei lavori previsti».

La storia La partita era iniziata in avvio di 2015, la società calabrese – amministratrice unica è Tiziana Russo, ma a seguire la vicenda è sempre stato il legale rappresentante Walter Galati – mosse i passi decisivi per ottenere la concessione e la riqualificazione di villa Franchetti per un periodo massimo di venti anni (bando vinto per 96 mila e 500 euro). «Il progetto – l’annuncio di due anni e mezzo fa – prevede l’utilizzo della villa come residenza d’epoca con una struttura ricettiva di standard medio-alto e una serie di servizi e attività all’interno e all’esterno della villa, legate al turismo, alla cultura, al lavoro, all’ambiente, al benessere e al tempo libero, con la possibilità di organizzare conferenze, meeting aziendali e attività formative».

MARZO 2016, ECCO LA FIRMA SUL CONTRATTO: «ENTRO L’ESTATE PARZIALE APERTURA»

Il ‘nero su bianco’ formale è del 23 marzo 2016: «Per noi – dichiarò Galati – gestire un bene come Villalago è un fatto stimolante e allo stesso tempo impegnativo. Dovremo fare subito lavori di sistemazione delle parti esterne e interne più deteriorate dal trascorrere del tempo, con l’obiettivo di ripristinarne la funzionalità quanto prima possibile. Cercheremo di aprire almeno il parco o una parte di esso entro l’estate e, possibilmente, fare un evento verso la fine della stagione. Contestualmente lavoreremo per riattivare in tempi brevi una parte dell’edificio, probabilmente le scuderie, per una prima attività ricettiva, propedeutica ad un’altra più ampia e in grado di richiamare target turistici di qualità».

LE CONDIZIONI DELL’ESTATE 2016, GALLERY

Villalago, oggi

I dubbi Tempo tre mesi ed ecco che qualche incertezza inizia a farsi largo sull’effettiva possibilità di riaprire a stretto giro: «Abbiamo iniziato – commentò la società di San Marco Argentano – i lavori di pulizia da più di un mese e mezzo e c’è da considerare che a Villalago era tutto fermo da tempo. Questi primi movimenti non riguardano solo il parco, ma anche la zona dei posti letto e dei ‘fuochi’ e in settimana dovremmo iniziare la tinteggiatura: non è semplice, chiaro, e non c’è data certa per la riapertura. L’obiettivo immediato – conclude il socio della ‘Il Delta Gestione & Servizi’ – è quello di rendere possibile l’accesso al parco e l’utilizzo dei ‘fuochi’». Intanto c’è la denuncia di un residente della zona: «Come fa a riaprire se nessuno ci sta lavorando?».

AGOSTO 2017, APERTURA STRAORDINARIA E POLEMICHE: «4 EURO PAGATI PER UN CANTIERE»

La riapertura temporanea e le polemiche Ad agosto c’è l’annuncio della società: «Apertura straordinaria per la zona dei ‘fuochi’, parco giochi per bambini, mostra del pittore Aurelio De Felice ed esibizione di auto d’epoca». Con una sottolineatura: «L’obiettivo è quello di riportare l’intero compendio, anfiteatro compreso, allo splendore ricordato da tutti. I tempi probabilmentE non saranno brevissimi, ma parcellizzando le varie attività di ripristino, i risultati, integrati da nuove attività che saranno svolte nel campo dei servizi, sicuramente arriveranno con la soddisfazione di chi ne vorrà fruire. si comunica che la società concessionaria, entrata da pochissimo tempo nella disponibilità effettiva dei beni, sta compiendo grandi sforzi dettati dalla complessità e dai tempi ristrettissimi per l’organizzazione dei lavori di manutenzione ordinaria, straordinaria e soprattutto di messa in sicurezza dell’intero parco». Una settimana ed arriva la critica di chi ha provato il parco: «Male, è un cantiere». Passa l’inverno ed ecco nuovi affondi: «Lavori ancora fermi». La Il Delta Gestione & Servizi replica: «La società non è inadempiente altrimenti la concessione sarebbe stata revocata».

MARZO 2017, LA ‘IL DELTA GESTIONE & SERVIZI’: «NESSUN ABBANDONO E NON SIAMO INADEMPIENTI, ALTRIMENTI CI SAREBBE STATA LA REVOCA»

La nuova denuncia Trascorrono tre mesi, giugno 2017. Solita storia: «Domenica – sottolinea un residente della zona – passeggiando nel bosco non ho potuto fare a meno di notare lo stato di abbandono, almeno per quanto riguarda l’area verde dove sono presenti i tavolini e i caminetti per il barbecue. Rifiuti quasi ovunque e tavolini ridotti ormai a cataste di legna. Questa è la situazione, a distanza di oltre un anno, dall’assegnazione della gestione del parco da parte della Provincia».

L’evento programmato, l’ordinanza e la pressione Si giunge poi alla storia recente. Fatta di un’interrogazione di Piccinini con richiesta di revoca del contratto, l’ordinanza del sindaco Leopoldo Di Girolamo per l’abbattimento di ventuno alberi pericolosi, la programmazione di un evento – l’Umbria Wine Festival, festival internazionale del vino, per il 21 e 22 ottobre (poi annullato) – e la replica di Galati. «Dall’analisi visiva effettuata – il rapporto del dottore agronomo forestale Antonello Isidori – risulta che tutti gli esemplari arborei monitorati sono da attribuire alla classe D. Infatti essi manifestano segni, sintomi e difetti gravi da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell’albero si è esaurito. Per questi soggetti ogni intervento di riduzione della livello di pericolosità risulterebbe insufficiente o realizzabile solo con tecniche contrarie alla buona pratica dell’arboricoltura. Pertanto tutti gli esemplari esaminati devono essere abbattuti».

Villalago

«Non temiamo la revoca» L’avvocato calabrese invece ha puntualizzato – rispondendo in maniera indiretta al consigliere provinciale – che «l’atto odierno – l’ordinanza – arriva dopo una serie di iter e richieste d’autorizzazioni, perché la società nel tempo ha continuano a lavorare sull’area. Non c’entra nulla la richiesta di Piccinini con l’abbattimento degli alberi, visto che già a inizio anno avevamo fatto delle richieste: la messa in sicurezza e le opere sono sempre andate avanti, ma si dimentica con troppa facilità che di recente c’è stato il terremoto in Umbria e anche Villalago ne ha risentito. Non temiamo in alcun modo quella richiesta di revoca, abbiamo mandato il cronoprogramma delle attività svolte alla Provincia, tutto documentato».

Game over Ora Piccinini dà il suo game over: «Mi dispiace, ci ho provato. Credo che la partita sia definitivamente chiusa. Provo solo dispiacere, rabbia, sconcerto. Un vero peccato».

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