‘Scacco’ alla Torre, Colleluna è in vendita

Terni, l’imponente e importante testimonianza medievale si può comprare su internet

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Sanguinose battaglie fra Guelfi e Ghibellini quando Terni era in guerra con Cesi, Narni e Spoleto, assedi, combattimenti medievali ma anche percorsi sotterranei, celle per i prigionieri e segreti rimasti fra le spesse mura di quella che un tempo era la rocca. Tutto questo, oggi, è finito su internet con tanto di cartello ‘vendesi’: il patrimonio storico della ‘torre di Colleluna’ – fra i simboli di Terni per eccellenza – è destinato al miglior offerente.

La torre (foto Roberto Tomei)

La torre (foto Roberto Tomei)

For sale L’annuncio, con tanto di foto, è stato pubblicato nei giorni scorsi su un popolare sito di annunci online. E oltre alla ‘torre’ circolare – un tempo alta ben 35 metri contro i 17 attuali – sono finiti in vendita i terreni e gli oliveti circostanti e anche le strutture, ben più moderne, del colle che un tempo era presidio strategico e militare fondamentale per le sorti della conca ternana: gli ‘ex’ bar, ristorante, discoteca pizzeria, parcheggio, giardino e così via. Insomma tutto ciò che insiste nell’area.

La storia Un’area che nel racconto storico ‘Venturina degli Arroni – Cronaca romantica’ del 1499, l’autore E. Cruciani (1867) discrive così: «Era la torre situata sul culmine del Colle, fortificata dall’arte e dalla natura. Le girava intorno una corona di merli di mole massiccia e di una spessezza notevole. A ciascun angolo una gotica torre accuminata al vertice ed all’estremità dava agio, nel vuoto della sua larghezza, a quattro o cinque arcieri di stare al coperto, e intanto per le feritoie scoccare le loro frecce. A metà della torre avanzavasi come una specie di loggia merlata a un metro circa dal muro. Questa era un ballatoio che cingeva intorno all’edificio e in comunicazione con l’interno per mezzo di aperture. Nella base speronata,e fabbricata a grosse pietre, aprivasi su ciascun lato una troniera, e nella penombra del buco vedevasi la bocca di uno di quei pezzi d’artiglieria chiamati in quell’epoca falconetti, spingardelle, spazza-campagna, di piccola portata. Un largo fosso di sei o sette metri divideva il baluardo dalla strada. Sulla sponda opposta una fitta palizzata non interrotta che nel punto dove era l’ingresso della torre e dove combina vasi la direzione dell’artiglieria. L’ingresso era difeso da un ponte levatoio».

La ‘castellana’ I locali ‘moderni’ appartengono a più persone, mentre l’antica ‘torre’ è della signora Luciana Emiliani che racconta: «L’ho ereditata da mio suocero e il fatto che viva lontana da Terni (è da tempo in Abruzzo, ndR) non mi consente di goderne né di potermene occupare. So che è un simbolo di grande valore, anche storico, per la città di Terni. E spero che qualcuno possa prendersene cura».

Immersa nel verde (Foto Plino)

Immersa nel verde (Foto Plino)

Contatti Per riuscirci, la signora Luciana si è affidata ad un’agenzia, ma anche al web: «Sì, ho messo l’annuncio e qualcuno devo dire mi ha già contattata. Ad esempio una persona di Terni, un’altra di Bergamo. Speravo di ricevere qualche offerta dall’estero – sa, in genere gli stranieri sono molto più sensibili di noi alle nostre bellezze – ma finora non ho avuto molti riscontri. Anche se mi sto attrezzando per far giungere l’annuncio anche oltreconfine».

I sotterranei «Fra l’altro, lì sotto sembra ci sia un percorso sotterraneo – racconta – che dalla torre conduce fino al centro di Terni. Per esplorarlo ero stata contattata anche da associazioni di speleologi, ma non me la sono sentita di assumermi la responsabilità, visto che la proprietà è mia, nel caso di eventuali problemi o incidenti. Anche un centro di recupero religioso della zona mi aveva chiamata per avere una parte del terreno, dove poter far lavorare i ragazzi che assistono. Di tutto ciò, finora, non se n’è fatto nulla e ora mi sto guardando intorno».

La discoteca Per un bel po’, tra l’altro – si era alla metà degli anni ’90 – all’ombra di quella torre si sono celebrati altri riti, quelli della ‘movida’, con la discoteca MiVida, capace di ospitare fino a 5.000 persone a serata. Ed ha visto passare personaggi come Anna Falchi, Costantino Vitagliano, Cristian De Sica, Enrico Papi, Raoul Bova, Raz Degan, Simona Ventura e molti altri.

La bandiera Ma l’idea di trasformarla proprio in un polo d’attrazione, ristorante o resort? «Non mi ha mai attratta – dice la prporietaria – perché penso sia un patrimonio che debba restare il più possibile fedele al suo valore storico. Ma non escludo che chi verrà dopo di me possa pensarla diversamente». Così la possibilità che sull’antica torre finisca per ‘sventolare’ una bandiera diversa da quella ‘ternana’, ma anche italiana, non sembra poi così remota.

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