Terni, bufera a scuola: genitori contro

Quelli dell’Aula Verde sono andati alla sede del Pd per opporsi al trasferimento. L’associazione ‘Montessori’: «Non chiamateci sempre in causa»

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Nuovo fronte per la faccenda della scuola Montessori e dell’Aula Verde di Terni. Continuano le polemiche, ma questa volta sono i genitori ad essere uno contro l’altro.

Delusione «Come genitori della scuola comunale per l’infanzia ‘Aula Verde’ ci sentiamo delusi e amareggiati dall’ennesimo ‘colpo di scena’, che ci porta ancora una volta a credere come le sorti di un importante struttura comunale a metodo didattico innovativo, vengano poste in secondo piano rispetto a tutt’altri interessi. La triste vicenda del destino della nostra scuola si trascina ormai da più di un anno, con il trasloco del corso ‘Montessori’ presso i locali dell’istituto Benedetto Brin, ove l’idirizzo ‘Aula Verde’ pareva avesse trovato finalmente una tanto martoriata collocazione definitiva».

Il mutuo A fronte di quella che era stata annunciata come una situazione provvisoria, «era stato attivato un mutuo per un importo complessivo di 200 mila euro, che permettesse di effettuare i lavori di adeguamento e recupero dell’edificio. Da quel momento abbiamo avviato una serie d’incontri con gli assessorati e gli uffici tecnici competenti del Comune. Durante il percorso è emersa l’ipotesi di un nostro eventuale trasferimento presso i locali della scuola ‘XX Settembre’, apportando i dovuti interventi necessari a tale scelta».

Decisione unilaterale «Questa proposta – aggiungono i genitori dell’Aula Verde – da noi non è stata esclusa ed eravamo aperti alla valutazione di tale scelta, attraverso l’effettuazione di un preventivo sopralluogo che consentisse la verifica dei dovuti requisiti. Da ciò è scaturita una decisione tecnica, presa unitariamente con i vertici del Dipartimento e protocollata preso la segreteria dell’ufficio scolastico e comunicata agli assessori alla scuola e ai lavori pubblici in una riunione in cui esprimevamo il nostro orientamento per una permanenza presso l’attuale sede, in quanto, a seguito delle opportune verifiche, si riscontrava che la sistemazione alla ‘XX Settembre’ avrebbe inficiato fortemente sullo specifico metodo didattico/laboratoriale della nostra scuola».

I motivi di tale scelta «derivavano dalle profonde criticità rilevate: una situazione mensa, che pur in loco, sarebbe peggiorativa rispetto all’attuale per l’elevata quantità dei pasti serviti; dai dati forniti dalla dirigenza scolastica ad oggi ne risulterebbero più di 200 giornalieri e dunque l’ulteriore aumento, non garantirebbe il proseguimento dei progetti di educazione nutrizionale che caratterizzano il nostro percorso didattico. Le aule per la didattica, pur restando dello stesso numero, vedrebbero ridotta la loro metratura, inficiando soprattutto i laboratori esterni che vedono transitare, nell’intero anno scolastico circa 1600 alunni provenienti da numerose scuole del territorio. Oltretutto ai necessari lavori di adeguamento che ci sarebbero da fare alla ‘XX Settembre’, di cui ancora nessuno ci ha saputo quantificare e soprattutto dare una scadenza, si dovrebbe provvedere alla sostituzione del mobilio in nostra dotazione, in quanto la struttura esagonale delle nuove aule non permetterebbe l’utilizzo dello stesso. Infine, dopo aver sperimentato l’adeguatezza degli spazi progettati e realizzati presso la Brin, sulla specificità del nostro indirizzo, ci pare veramente eccessivo chiederci di affrontare l’ennesimo sacrifico: dopo aver affrontato tre traslochi e trascorso sette anni presso un condominio in via M.L.King. Ciò porterebbe non solo disagi per l’utenza, ma oggettive difficoltà nel ripristino di tutto il materiale didattico laboratoriale su cui con tanto sacrifico avevamo investito».

Variante del progetto A questo punto il ‘Comitato di gestione’ ha proposto agli assessori Bucari e Riccardi «una variante al progetto preliminare, per permettere a i tre soggetti coinvolti in questo riassetto di convivere equamente, dando il giusto respiro e sviluppo per gli anni futuri. Purtoppo tale possibilità è stata stroncata dalla Riccardi. Dinanzi all’ennesimo voltafaccia, nel tardo pomeriggio di mercoledì, sapendo che si sarebbe svolta una riunione per discutere anche della riorganizzazione dell’istituto Brin, una numerosa delegazione di genitori e parenti, si è recata presso la sede del Partito Democratico dove abbiamo civilmente e in maniera composta richiesto di esporre le nostre preoccupazioni e chiedere la verità sul nostro destino».

Alla sede del Pd «Il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo – concludono – ci ha confermato la decisione sul trasloco dell’Aula Verde a breve. Tutto questo alla faccia di delibere svuotate di senso, di pareri tecnici non considerati e sopratutto di una nostra ipotesi progettuale, che consentirebbe una serena convivenza nella stessa struttura della Brin per i diversi orientamenti scolastici presenti. Una scelta unilaterale, che tiene conto esclusivamente del bisogno di fare cassa da parte dell’amministrazione, senza che ci sia dato sapere a fronte della stessa. Ritenendo che tale situazione meriti di essere riportata a conoscenza di tutti i genitori e dei soggetti coinvolti nell’attività didattica dell’Aula Verde, abbiamo deciso di convocare per lunedì 14 marzo un’assemblea presso i locali della Brin».

L’associazione ‘Montessori’ Immediata la risposta da parte dell’associazione ‘Montessori’: «Apprendiamo dai genitori dell’Aula Verde che i motivi della loro opposizione al trasferimento presso la scuola ‘XX settembre’, con relativo passaggio delle sezioni ‘Montessori’ alla Brin, sarebbero sostanzialmente quattro: la forma geometrica delle aule, il sovraffollamento della mensa, l’incertezza dovuta ai continui trasferimenti e i costi preventivati. Vale la pena secondo noi fare chiarezza su ciascuno di questi punti ed eliminare ogni ambiguità. Lo facciamo perché siamo continuamente chiamati in causa quasi fossimo noi a decidere e non il Comune».

Le obiezioni «Sulla prima obiezione abbiamo poco da dire. I nostri figli e le insegnanti che in questi anni ci hanno lavorato utilizzando i materiali a metodo ‘Montessori’ non hanno mai avuto problemi di sorta. Inoltre la metratura delle aule nella ‘XX settembre’ permette un tetto massimo di 29 alunni mentre alla Brin 24. Questo dato, insieme al numero maggiore di aule che ‘Aula Verde’ avrebbe presso la ‘XX settembre’ rispetto alla Brin, dovrebbero essere sufficienti a contenere ogni necessità. Rispetto alla seconda obiezione vale la pena forse sottolineare che dal momento in cui andranno via i circa 180 bambini delle sezioni ‘Montessori’, rimarranno poco più di 60 pasti serviti, e non 200. Qualora quindi giustamente i genitori dell’Aula Verde vorranno che la mensa sia adeguata al metodo educativo specifico, ne avranno ampia possibilità vista il numero ridotto di pasti serviti. Rispetto al terzo fattore, comprensibile certamente, possiamo fare poco visto che anche per le sezioni ‘Montessori’ dovrà esserci un trasferimento e già una classe dell’infanzia si trova dall’inizio dell’anno scolastico in corso alla Brin in attesa di ricongiungimento. Non è anche questo un elemento di incertezza?».

I costi Sul quarto fattore, quello dei costi, «la vicenda è presto spiegata, per quanto ovviamente è di nostra conoscenza. Il progetto iniziale stanziava 200 mila euro per adeguare strutturalmente la Brin a contenere tutti, ‘Aula Verde’, ‘Montessori primaria e infanzia’ e le attuali medie. Il problema è che questi lavori non sono partiti e pur facendoli iniziare a fine anno scolastico in corso non si riuscirebbe a trasferire la ‘Montessori primaria e ‘infanzia’ per l’anno 2016-2017 con la conseguenza di impedire la formazione di una nuova classe. Da qui la soluzione dello scambio».

Forte interesse «Se le classi a metodo ‘Montessori’ sono cresciute esponenzialmente – concludono – in questi anni ciò significa che c’è in città un forte interesse verso questa scelta formativa. Se questo comporta quindi uno spazio fisico adeguato ad accompagnare tale sviluppo, non si vorrà mica metterlo in discussione? Se in questi anni ‘Aula Verde’ ha subito vari spostamenti, questo non va certo imputato al crescente numero di classi ‘Montessori’, ma eventualmente a problemi organizzativi del Comune. La soluzione prospettata a noi sembra, al netto dei sacrifici che richiede a tutti, quella che lascia a ciascuna esperienza didattica il giusto spazio di sviluppo e azione».

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