Terni e la droga: «Soldi a palate e pochi rischi»

L’arresto di due baby spacciatori ternani raccontato da ‘Generazioni’. Gli interventi di Giuseppe Taschetti e Maurizio Santoloci

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Terni e la droga: del rapporto – in relazione all’arresto di due giovanissimi pusher locali, avvenuto nei primi giorni di ottobre – se ne è parlato anche nella trasmissione ‘Generazioni’ di Rai2, con un servizio andato in onda mercoledì sera. A dire la loro sull’accaduto e, più in generale, sui fenomeni di spaccio e consumo che coinvolgono ragazzi e ragazze di ogni età, sono stati il gip del tribunale di Terni, Maurizio Santoloci, e il dirigente della squadra Volante Giuseppe Taschetti.

Gli arresti erano scattati nell’ambito di alcuni controlli anti droga disposti dal questore nel centro città. I due, notati mentre si aggiravano con fare sospetto per le vie di Terni, erano stati fermati dalle Volanti. Nascosti nel contenitore del triangolo di emergenza dell’auto, di proprietà del padre di uno dei due, gli agenti avevano trovato circa un chilogrammo di hashish suddiviso in panetti. Tutto ciò insieme al materiale – bilancini e bustine di plastica – per confezionare le dosi da spacciare.

L’operazione è stata illustrata dal ‘capo’ delle Volanti, Giuseppe Taschetti, che ha sottolineato «il particolare interesse suscitato dal fatto, anche per comprendere le dinamiche che spingono giovani come i due arrestati, alle ‘prime armi’, a commettere reati tanto gravi». Il dirigente ha poi ricordato come in fase di convalida il gip abbia respinto la richiesta di rimettere in libertà i due giovani, formulata dal pm che riteneva sufficiente la misura dell’obbligo di firma.

Fermezza Il gip in questione era proprio Maurizio Santoloci che ha offerto il proprio punto di vista: «Negli uffici giudiziari si tende a criticare chi mette in atto una linea di rigore – ha spiegato -, si tende a giustificare piuttosto, specie di fronte alla giovane età e all’incensuratezza. Invece la criminalità organizzata punta proprio su questo, cioè sulla facilità con cui anche piccoli spacciatori vengono rilasciati, rimessi in libertà, talvolta prosciolti. Chi ha l’obbligo di firma, va in questura, rispetta la misura e poi torna a spacciare. La realtà è questa».

«Cinque viaggi e uno si compra casa» Il giudice parla di «rapporto enorme fra costi e benefici per chi spaccia. Un chilogrammo di hashish può fruttare anche 60 mila euro – ha detto – e due ragazzi giovanissimi, con tre/quattro viaggi a Roma per comprare la droga, possono mettersi in tasca oltre 100 mila euro a testa. Cifre incredibili che danno l’idea del ritorno a fronte di rischi minimi».

Baby spacciatori Per il gip, i giovanissimi che smerciano droga «sono tanti e sono al tempo stesso vittime e carnefici. Vittime perché, inconsapevolmente, si prestano al grande gioco della criminalità organizzata. Carnefici perché, rispetto allo spacciatore ‘classico’, possono entrare a contatto con amici e coetanei. Regalano le prime dosi a coloro che, poi, diventano clienti fissi. Una strategia devastante».

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