Terni, fine di un’epoca: festa de l’Unità addio

La tradizionale kermesse del Partito Democratico nel 2015 non si farà

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Se glielo chiedi, ti rispondono che «adesso il partito è troppo impegnato nella campagna elettorale per poter affrontare questo argomento e nessuna decisione è stata presa». Ma mica è vero.

Addio festa de l’Unità La decisione, peraltro nell’aria da tempo, in casa del Partito Democratico adesso è stata presa: nel 2015 non ci sarà, a Terni, la tradizionale festa de l’Unità che, a pensarci sembra da sempre, tra fine agosto e metà settembre era l’appuntamento fisso per chi tornava dalle ferie e per chi dalla città non se ne era mai andato.

Le polemiche Negli ultimi anni, peraltro, la festa era stata motivo di violente polemiche: le accuse andavano dal fatto che un partito non poteva monopolizzare il parco della Passeggiata per una quindicina di giorni, ai presunti danni che lo stesso parco subiva per la presenza dei vari stand, al sempre presunto mancato rispetto di leggi e regolamenti vari.

I lavori al parco Che la strada fosse questa lo si era cominciato a capire con ampi margini di sicurezza quando l’assessore Stefano Bucari, annunciando il progetto di riqualificazione del parco della Passeggiata – lui che in passato è stato anche responsabile proprio della festa de l’Unità – aveva garantito che «la nostra intenzione è di restituire nuova vita a questa parte importante di città, sia dal punto di vista architettonico che ambientale. Questo vuol dire che il parco tornerà ad essere tale senza altri utilizzi, incluse le manifestazioni politiche».

I dubbi C’era stato chi, allora, aveva alzato gli occhi al cielo: «Promesse – aveva ringhiato qualcun altro – alle quali non si deve credere. Alla fine troverano il modo di farci lo stesso la loro festa di partito». Invece quel partito stava già pensando se fosse il caso di farla, la tradizionale kermesse a base di ‘pizzole’ e dibattiti, di stand pubblicitari e presentazioni di libri, di gare sportive e passerelle per i big o presunti tali. E, alla fine, si è scelto di darci un taglio.

Il partito La motivazione principale – insomma, quella vera – sarebbe però quella economica: il Pd non ce la faceva più a sostenere tutto l’ambaradan rappresentato da una festa lunga, impegnativa sotto il profilo organizzativo, costosa e che, negli ultimi anni, sembrava aver perso anche un po’ dell’appeal che l’aveva smpre caratterizzata. Anche perché i volontari sono sempre di meno, perché i circoli sono spesso divisi al proprio interno e scollegati dalla sede principale, perché i rapporti con alcuni fornitori di beni e servizi non sono più idilliaci e, quindi, fine dei giochi.

La politica Poi ci sono le altre motivazioni, tutte politiche, legate al fatto che il segretario comunale del Pd, Andrea Delli Guanti, avrebbe già detto a chiare note che lui, dopo le ‘regionali’, lascerà la poltrona e mettere in mano al nuovo segretario comunale la patata bollente della festa non sarebbe carino. Lui, Delli Guanti, vuole fare altro. Le sue priorità sarebbero, nell’ordine, fare l’assessore regionale – al senatore Gianluca Rossi non dispiacerebbe per niente – o in alternativa comunale, nel caso in cui Stefano Bucari fosse risucchiato a Perugia nella giunta Marini-bis, ovviamente in caso di successo. Senza trascurare il fatto che Delli Guanti è pure ingegnere, che lavora alla Società delle Fucine e che, insomma, da quelle parti c’è un bel movimento in corso.

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