Trasporti, lunedì nero: «Problemi cronici»

Il comitato del pendolari umbri ne ha abbastanza e chiede alle istituzioni e all’azienda di prendere provvedimenti immediati

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Giornata pesante, per i pendolari. Con ritardi, pesanti, che hanno interessato tutti i collegamenti ferroviari. E il loro comitato si rivolge alla presidente della Regione, Catiuscia Marini; all’assessore ai trasporti; alla direttrice del trasporto regionale dell’Umbria di Trenitalia, all’Ad di Trenitalia, all’Ad di Rfi.

di Gianluigi Giusti
del Coordinamento Comitati Pendolari Umbri
(Comitato Pendolari Terni, Comitato Pendolari Roma Firenze, Comitato Viaggiatori Bacino Gubbio Urbino, Comitato Pendolari FCU Alto Tevere, Comitato Pendolari Teverina)

Gentilissima Presidente,
Egregi Signori,
Gentile Direttrice,

non sono bastati i guasti tra Giuncano e Baiano, quelli agli scambi prima della stazione di Orte e poi di Terni o i ritardi per problemi in direttissima, anche questa settimana, come volevasi dimostrare, è cominciata con il solito problema sulla linea Roma/Terni/Foligno.

Come ben sapete, tutto, per l’ennesimo inconveniente all’ IC 580 Terni/Milano, che come accade quasi sempre, per non dire sempre, nel periodo che va da fine autunno a tutto l’inverno, per la pioggia, per il gelo, per le foglie o chissà per quale misterioso motivo, sulla rampa tra Terni e Giuncano, crea problemi di aderenza delle ruote del locomotore sulla rotaia, rispetto al peso rimorchiato, ciò è impensabile, se immaginiamo la potenza che hanno oggi i locomotori in servizio sulla rete ferroviaria italiana.

Eppure, sembra che la natura batta la tecnologia, ma ci viene spontaneo domandare, non ci sono le sabbiere sui locomotori, ma a quanto pare, ove fosse, neanche quelle fanno più di tanto per il Tacito, forse, era meglio quando a Terni, ai treni pesanti, siano essi stati merci o passeggeri, molti anni fa, agganciavano un locomotore in coda, con il maglio sganciabile, che supportava quello di testa spingendo fino al superamento della massima acclività.

Comunque, tutto questo ha creato, oggi, ma anche altre volte, il riverberarsi di ritardi su tutti i treni in linea, in particolare quelli diretti verso la capitale e pieni di pendolari, con i gravissimi disagi che si possono immaginare per migliaia di persone, esempio il RV 2477, primo treno a scendere, che ha raccolto tra Terni e Narni, stante il ritardo accumulato, i viaggiatori che in quelle stazioni prendono di solito i RRVV 2321e 2479 e non parliamo dei treni a seguire o del RV 2481 Perugia/Roma, anche esso in ritardo, causa Tacito, che purtroppo ha investito una persona, che, insieme ad altre, camminava lungo linea, poco prima dell’ingresso della stazione di Orte, creando ulteriori problemi.

I disagi accaduti stamani, escludendo la fatalità dell’investimento e rammaricandoci per l’accaduto (un giovane immigrato è stato travolto ed ucciso da un convoglio ad Orte), sono la riprova della inadeguatezza della infrastruttura ferroviaria in Umbria ed in particolare della tratta Orte/Foligno/Falconara che in alcuni tratti è come ai tempi di Papa PIO IX, a binario unico.

Non capiamo come mai la Regione Umbria che tanto si muove per il miglioramento della infrastruttura stradale, non faccia altrettanto per quella ferroviaria, eppure, la stessa, ha sottoscritto qualche anno fa un documento con le altre Regioni confinanti per il potenziamento di questa trasversale e fino a qualche tempo fa nel DEF vi erano i soldi, anche se virtuali, approvati dal CIPE, per il raddoppio del tratto tra Terni e Spoleto, così come non comprendiamo come mai, la Regione Umbria, sempre, non chieda conto ad RFI dei ritardi sui lavori di raddoppio, ormai decennali, del tratto Spoleto/Campello del Clitunno, che dovevano essere finiti.

D’altra parte, ci attendiamo di sapere, anche, come intenda o intenderà muoversi, nell’immediato, sia la Direzione Nazionale Passeggeri di Trenitalia S.p.A. che RFI, per risolvere il problema cronico dell’IC 580 Tacito, tra Terni e Spoleto, così come chiediamo di conoscere, dalla Direzione Regionale dell’Umbria di Trenitalia, il perché della scelta di sopprimere ad Orte il RV 2321, invece di farlo proseguire per Roma e i cui viaggiatori sono rimasti sulla banchina della stazione per lungo tempo ancora, a causa dell’investimento, in attesa dell’arrivo dell’IC 531 da Perugia.

 

 

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