Università ‘in sospeso’: «Un Campus a Terni»

Mentre l’Anvur la promuove ‘con riserva’, il rettore Moriconi parla delle idee relative al secondo polo presente in Umbria

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Quando si dice Università, in Umbria, viene subito in mente Perugia. Troppo spesso, infatti, si dimentica il polo ternano, con le sue tre facoltà di Economia, Ingegneria e Medicina e il corso di studi in scienze per l’investigazione a Narni.

Polo ternano Ma nei pensieri del Rettore Franco Moriconi, a quanto pare, ci sarebbero anche tutti quei giovani – quanti, per l’anno accademico in corso, ancora non è dato sapere – che vivono e studiano nella conca. Così durante la giornata internazionale dello studente al dipartimento di Filosofia dell’università di Perugia, il Magnifico Rettore ha esposto i suoi piani per gli studenti ternani.

Convegno Il tema dell’incontro, organizzato dalla sinistra universitaria, era il diritto allo studio: una tavola rotonda e di confronto tra studenti e amministratori, per cercare di capire quale direzione sta prendendo lo Studium in un contesto nazionale in cui il sistema universitario risulta sempre più depotenziato. Presenti anche Maurizio Oliviero amministratore unico dell’A.Di.Su, l’agenzia regionale per il diritto allo studio, e l’assessore per il diritto allo studio Antonio Bartolini.

Gli studenti e la città «Non ci si improvvisa città universitaria – ha affermato il Magnifico in apertura dei lavori – città universitaria si diventa». E così come lo è diventato Perugia, secondo il Rettore, può diventarlo anche Terni. Con una ricetta diversa, s’intende. «A Terni le tre facoltà sono dislocate in punti distanti l’uno dall’altro – prosegue Moriconi – e questo rende difficoltoso l’incontro e il confronto tra gli studenti e la città. Non si può pensare che Terni sia come Perugia dove gli studenti sono inseriti nel contesto urbano del centro storico e lo vivono e lo frequentano». Quindi la ricetta giusta, per favorire un interscambio e creare punti d’incontro, potrebbe essere proprio quella di un campus.

Narni «Quando sono arrivato a Terni – ricorda il Rettore – ho trovato una situazione disomogena, mentre a Narni non c’era neanche il personale. Ho lavorato affinché il polo di scienze dell’investigazione diventasse un vero e proprio modello, così come ha fatto anche il sindaco De Rebotti fornendo strutture e spazi. Ora Narni è un centro di eccellenza e gli studenti sono entusiasti». Peccato solo, come aveva ricordato lo stesso Moriconi durante una conferenza stampa per illustrare i numeri dei nuovi scritti all’università, che di recente anche alla Sapienza, a Roma, sia stato istituito un corso di laurea simile che, per forza di cose, vista anche la vicinanza col piccolo borgo umbro, ha portato via un numero, ancora imprecisato, di studenti.

Il campus L’idea di creare un luogo comune per tutti gli studenti ternani in realtà non è una novità. Il Magnifico ne ha già discusso con sindaco e assessori. «Gli studenti non devono sentirsi ospiti – ha precisato – e la città non deve sfruttare l’università solo come motore economico, affittando case ai ragazzi che si iscrivono all’università. Bisogna favorire l’integrazione degli studenti e accoglierli. Data la configurazione geografica distante delle tre facoltà, l’idea del campus sembra la soluzione migliore per coinvolgere gli studenti e mettere loro a disposizione aule studio, piscine e palestre e, finalmente, una mensa. Da tempo gli studenti di ingegneria ne chiedono una – ha proseguito il Rettore – ma sono stato io il primo a essere contrario alla proposta. Non si può fare una mensa per pochi studenti, nessuno ha voglia di lavorare per rimetterci». E così in attesa di avere dati certi sulle iscrizioni e gli studenti totali, dati che non arriveranno prima di qualche mese, si attende anche la presentazione di un progetto ufficiale per la realizzazione del campus.

Il giudizio in sospeso Anche perché, alla luce del giudizio dato dall’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur), sull’università di Perugia sembra necessario mettere mano in fretta. Perché se la valutazione che gli esperti hanno fatto è sostanzialmente positiva, non lo è stata abbastanza per permettere all’Agenzia di ‘promuovere’ l’ateneo, chiedendo interventi sostanziali.

IL RAPPORTO ANVUR

I difetti A non piacere, soprattutto sarebbe il lavoro del Nucleo di valutazione, ma anche la comunicazione degli obietivi e le verifiche dei requisiti degli studenti. Oltre alla necessità di una maggiore chiarezza nella pubblicazione della modalità di svolgimento degli esami e alle attività di laboratorio, da molti studenti definite carenti.

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