50 mila cittadini umbri intercettati in sei anni

50 mila cittadini umbri ‘spiati’ dalle procure di Perugia, Terni, Orvieto – quest’ultima accorpata con quella ternana nel settembre del 2013 – e Spoleto, fra il 2009 e il 2014. A dirlo è la ricerca condotta dall’istituto calabrese Demoskopika che ha analizzato i dati forniti dal ministero della Giustizia.

Numeri In Umbria il ‘grande orecchio’ della giustizia si è concentrato soprattutto nel distretto giudiziaria di Perugia, con 12.398 intercettazioni telefoniche ed ambientali (pari all’1,5% del dato italiano nel periodo preso in esame), 116 dei quali (2,9%) per indagini in materia di terrorismo ed un totale di 10,2 milioni di euro spesi (0,7%).

I primati In sei anni, le procure italiane hanno autorizzato ben 827 mila intercettazioni telefoniche, ambientali e di altro tipo per uno sforzo economico complessivo pari a 1,4 miliardi di euro. Cinque le regioni più ‘spiate’ d’Italia: Campania, Lombardia, Sicilia, Lazio e Calabria con circa 2 milioni di cittadini ‘ascoltati’ dal 2009 al 2014. In testa c’è il distretto giudiziario di Napoli (127.240 intercettazioni pari al 15,4% del totale), Roma (85.544 ovvero il 10,3%) e Milano (85.008 che corrisponde al 10,3%). In coda, il ‘grande orecchio’ avrebbe intercettato le conversazioni di 16 mila individui in Basilicata e 8 mila in Molise.

Milioni di euro Il primato delle somme messe in campo dagli uffici giudiziari italiani spetta ai distretti di Palermo con 228,9 milioni di euro pari al 16,9% delle spese sostenute in Italia, Milano con 182 milioni di euro (13,4%), Reggio Calabria con 171,2 milioni di euro (12,6%) e Napoli con 155,3 milioni di euro (11,4%).

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