Amelia, allarme ‘mura’: «Interventi discutibili»

Terni, il senatore Stefano Lucidi (M5S) critica le iniziative e si schiera con il soprintendente Gizzi sotto attacco

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La presa di posizione è decisa e pare destinata a rinfocolare le polemiche tra amministrazioni locali e Soprintendenza. Il senatore Stefano Lucidi, del Movimento 5 Stelle, insinua pesanti dubbi sui lavori di consolidamento delle mura di Amelia e si schiera con decisione dalla parte della Soprintendenza.

IL DOSSIER CONTRO IL SOPRINTENDENTE GIZZI

Le mura «Le Soprintendenze delle belle arti e del paesaggio e archeologica dell’Umbria – dice il senatore – hanno imposto prescrizioni sostanziali e di competenza in merito al progetto, sottolineando che la titolarità dello stesso non può essere degli attuali incaricati. La ricostruzione delle Mura, nonostante l’ennesima pioggia di denaro pubblico è ulteriormente rinviata sine die, infatti siamo di fronte non ad un progetto di restauro, ma ad un mero stralcio funzionale riguardante la stabilizzazione di porzioni di mura tramite tiranti metallici».

L’ULTIMO CROLLO – LE FOTO

I dubbi Operazione, questa, che secondo Lucidi «solleva molti dubbi di carattere tecnico, comportando l’irrigidimento delle strutture stesse, potendo così minarne la stabilità in caso di sollecitazioni, ma anche archeologico di compatibilità estetica con le strutture e filologico con le antiche tecniche di costruzione così come messo in evidenza dal parere della Soprintendenza archeologica».

I lavori Lo stralcio, insiste il senatore del M5S, «oltre che ignorare l’obiettivo della ricostruzione, rischia di mancare anche quello della stabilizzazione, visto che non prende minimamente in considerazione i rilevantissimi costi di scavo (per volumi di terra  di 2.500-3000 metri cubi circa) derivanti dal posizionamento dei 56 tiranti ad una profondità di tre/quattro metri, che non potrà essere fatta con mezzi meccanici, ma dovrà, ad insindacabile giudizio dell’archeologo, seguire se necessario le tecniche dello scavo stratigrafico così come espresso dalla Soprintendenza archeologica stessa».

I soldi Durante la conferenza dei servizi, prosegue Stefano Lucidi, «non sono stati forniti elementi ad esempio riguardo la stabilità del manufatto durante questi scavi. Si corre il rischio quindi di incorrere nell’ennesima beffa di questa vicenda ed un’ulteriore opera pubblica incompiuta ad Amelia, quando invece con questi soldi e i 300 mila euro l’anno che dal 2011 Il Mibact ha stanziato, ma non ancora erogato per le Mura, si potrebbe realizzare il ripristino delle stesse, degli orti, la regolamentazione delle acque di risulta e la copertura delle emergenze archeologiche individuate. Appare ancora più amaro a questo punto quanto emerso dall’ultima conferenza dei servizi durante la quale si è parlato chiaramente di futuro incerto per la ricostruzione delle mura con un destino ancora tutto da scrivere».

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