Borgogiglione, il Tar ‘salva’ la Regione

Respinto il ricorso presentato dall’Osservatorio contro la decisione di escludere dalla valutazione di impatto ambientale il progetto di implementazione della discarica. «Andremo avanti»

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di L.P.

La giustizia amministrativa ‘salva’ le scelte della Regione. Il Tar dell’Umbria, presieduto da Raffaele Potenza, ha infatti respinto – e in parte dichiarato improcedibile – il ricorso presentato dall’Osservatorio Borgogiglione contro la Regione, Gest, Tsa e Ati2 dell’Umbria.

La discarica vista dall'alto

La discarica vista dall’alto

Il ricorso All’inizio dell’anno l’associazione aveva impugnato la decisione della Regione di sospendere la prescrizione del divieto di utilizzo della strada che passa davanti al complesso monumentale ‘Villa Colle del Cardinale’, di escludere dalla valutazione di impatto ambientale il progetto di implementazione della discarica di Borgogiglione presentato dalla Tsa nel settembre 2015 e di approvazione del refitting del bioreattore. Secondo l’Osservatorio la Regione avrebbe agito «con un eccesso di potere per difetto di istruttoria, travisamento e sviamento: l’amministrazione non avrebbe tenuto conto in sede di screening del ‘criterio del cumulo’ in relazione all’impatto ambientale derivante dall’interazione con l’utilizzo della medesima viabilità per la vicina cava di Monticchio». E, in ragione del principio della massima precauzione, «la Regione avrebbe dovuto sottoporre l’impianto alla procedura di Via a fronte di varie criticità ambientali emerse nel corso del procedimento».

Traffico mezzi pesanti L’Osservatorio, in buona sostanza, lamentava la pericolosità ambientale della discarica di Borgogiglione determinata dall’intenso traffico di mezzi pesanti in uscita ed in entrata dagli impianti oltre che della stessa discarica dalla cava di Monticchio, suscettibile di ledere anche il circostante contesto paesaggistico. Ma, secondo i magistrati, «il ricorso è in parte infondato e in parte improcedibile per sopravvenuto difetto di interesse». Sulla Via, poi, il Tar giustifica la decisione della Regione dal momento che «la procedura di Via si impone solamente in ipotesi di modifiche ad impianto preesistente di carattere quantitativo, e ciò anche in presenza di aree naturali protette nonché di siti di interesse comunitario e zone di protezione speciale».

La Via Nel caso specifico, il progetto di implementazione della discarica proposto dalla TSA «non comporta – a prescindere da ogni altra considerazione – aumento della capacità complessiva di stoccaggio della discarica, rimanendo invariate le dimensioni dei due bacini destinati rispettivamente allo smaltimento del rifiuto secco e al trattamento/smaltimento della forsu» e, ancora, «trattandosi di impianto già esistente da molti anni valutato e autorizzato e privo di significativo nuovo impatto negativo sull’ambiente e sul patrimonio culturale, oltre che indispensabile per garantire l’erogazione di un servizio pubblico di carattere indispensabile».

La Forestale a Borgo Giglione

La Forestale a Borgo Giglione

Danno ambientale Nell’ordinanza, invece, il Tribunale rileva che per quel che concerne il prospettato danno ambientale non risultano più funzionanti, allo stato, «nè il bioreattore originariamente installato né la corrispondente area della discarica di Borgogiglione». In attesa di valutare l’opportunità di ricorrere in appello avverso queste decisioni, «che sembrano minimizzare il grave impatto negativo sull’ambiente della discarica, a più riprese denunciato dall’Arpa e per il quale sta indagando anche la Procura della Repubblica» l’Osservatorio promette che la sua attività non si fermerà qui.

L’Osservatorio «A tutt’oggi  – commenta la sentenza l’Osservatorio – resta aperto il quesito di fondo posto dai cittadini e dall’Osservatorio agli amministratori regionali e comunali: portare in discarica i rifiuti organici-umidi è una scelta saggia da difendere in tutti i modi o non un’anomalia? Non è certo un bene per l’ambiente, visti i rischi crescenti di contaminazione. Non avvantaggia la gran parte dei cittadini quanto piuttosto le aziende che gestiscono il servizio, partecipate dagli stessi Comuni. Considerando anche quanto sta emergendo giorno dopo giorno dalle cronache giudiziarie e le pesanti accuse sulla gestione delle discariche nell’ambito territoriale perugino, che si aspetta a cambiare decisamente strada, avviando un ciclo virtuoso dei rifiuti mirato alla prevenzione e al recupero secondo le logiche dell’economia circolare?».

 

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