Camere di commercio, fusione a breve

Il Mise accelera e in Umbria quelle di Perugia e Terni saranno presto sostituite da un organismo unico: le polemiche, mai sopite, potrebbero rialimentarsi

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Con la firma sul decreto – apposta martedì dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda – è stato di fatto avviato la fase finale del percorso relativo a quelli che il Mise definisce «riforma e riordino delle Camere di commercio. Con gli accorpamenti e la rideterminazione delle circoscrizioni territoriali, il numero delle Camere di Commercio passerà da 95 a 60, così come viene ridefinito il numero delle Aziende speciali, che passano dalle 96 attuali a 58».

Il ministro Carlo Calenda

Il ministro Il decreto, spiega il Ministro Calenda, «razionalizza e rende più efficiente l’intero settore. Si è giunti a compimento di un percorso avviato nel 2016 sulla base della proposta di Unioncamere che ha come risultato un piano complessivo di razionalizzazione delle sedi delle singole Camere di commercio. La riforma porterà risparmi importanti, una più razionale riallocazione del personale, maggiori servizi alle imprese e una rimodulazione dell’offerta anche in relazione alle opportunità del piano Industria 4.0». Attraverso i commissari ad acta, «si provvederà ad agevolare l’istituzione delle nuove Camere di commercio derivanti dagli accorpamenti previsti dal Piano di riordino. Viene salvaguardata la presenza di almeno una Camera di commercio in ciascuna regione. La riforma mira ad un maggior dinamismo dell’intero sistema imprenditoriale, ridefinendone i punti di riferimento sul territorio, in ragione degli obiettivi e delle strategie comuni».

L’Umbria Il percorso di riordino, quindi, ormai è tracciato in maniera definitiva ed in Umbria si andrà verso quella Camera di commercio unica che aveva provocato più di un malumore – soprattutto a Terni – quando il tema venne affrontato e si iniziò a ragionale su come mettere in pratica le idee del governo.

La sede Non trascurabile, in tutto ciò, sarà il verificare proprio come si andrà, probabilmente entro la primavera del 2018, alla fusione tra le due camere di commercio esistenti in quella unica regionale: sede (o sedi con compiti specifici), organizzazione del personale e – fatto per nulla secondario – posti di comando.

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