Caos Treofan-Jindal, clima incandescente

Segreterie nazionali dei confederali sulle barricate dopo l’incontro saltato al Mise: «Situazione pesante, governo si attivi». Ombre sull’acquisto

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Si muovono le segreterie nazionali di Filctem, Femca e Uiltec sul ‘caso Treofan’ che sta destando forti preoccupazioni anche a Terni dopo l’incontro previsto giovedì al Mise e disdetto dall’azienda. Lo fanno chiamando in causa il governo perché prenda in mano una situazione che – al momento – non promette nulla di buono per le attività produttive condotte dal gruppo indiano Jindal ed i lavoratori.

Nota inquietante

L’incontro – spiegano le sigle – «è stato disdetto dal Gruppo Jindal e rinviato a una data non precisata, prima della fine di gennaio 2019, attraverso una nota al Mise che afferma altre pesanti e preoccupanti considerazioni sul futuro del gruppo». I sindacati riportano poi i passaggi più inquietanti della nota Jindal: ‘Il Gruppo Jindal si trova in una situazione di evidente criticità causata dal mercato estremamente competitivo sui prezzi […] caratterizzato da una significativa sovracapacità produttiva. Il nostro piano industriale ancora in fase di approfondimento […] prevede che lo stabilimento di Terni riprenda l’attività produttiva dopo le feste natalizie […] lo stabilimento di Battipaglia presenta criticità maggiori in ragione sia di problemi contingenti sia in mancanza di ordini evadibili in maniera profittevole sia strutturali’.

«Comportamento inaccettabile»

«Queste affermazioni da parte dei due presidenti dei cda Jindal e Treofan – osservano Femca Cisl, Filctem Cgil e Uiltec Uil nazionali –  preoccupano oltremodo. A queste si aggiunge la notizia che una parte del cda di Treofan si è dimesso. Questo comportamento, in disprezzo delle più elementari regole delle relazioni industriali, è assolutamente negativo. Inaccettabile che, a meno di 24 ore dall’incontro, il gruppo Jindal disdica e rinvii l’appuntamento dichiarando di non essere pronto non prima della fine di gennaio 2019, lasciando nell’indeterminatezza i lavoratori Treofan per un periodo insopportabilmente lungo».

L’appello al ministero

«Al momento – proseguono i sindacati – non esistono certezze, soprattutto per le prospettive dello stabilimento di Battipaglia per il quale non ci sono date calendarizzate sulla ripresa delle attività produttive. A ciò va aggiunto che le dichiarazioni della società acquirente Jindal, riaprono nuovi interrogativi rispetto alle motivazioni che hanno giustificato l’acquisizione del Gruppo: l’irrisorio costo dell’operazione, l’indebitamento della Treofan e la sovracapacità produttiva lasciano intendere che tutta l’operazione sia dettata dalla volontà di eliminare un concorrente scomodo. Se così fosse, l’Italia rischierebbe di pagare un prezzo alto in termini di occupazione e di presenza sul mercato. Visto che durante il percorso che ha portato alla cessione, la trattativa si è svolta con la presenza di un altro attore, è lecito chiedersi se ciò avrebbe comportato una maggiore garanzia per la produzione e per la concorrenza nel nostro paese. Per questo motivo chiediamo l’intervento deciso del governo a tutela della capacità produttiva del paese e verificare che quanto accaduto con la cessione sia rispettoso delle regole della concorrenza. Visto questa drammatica situazione di grande indeterminatezza – concludono le sigle – chiediamo al Mise che si adoperi per riconvocare urgentemente la dirigenza Jindal, anche durante le imminenti festività natalizie, per avere al più presto certezze sul piano industriale con l’obiettivo del mantenimento dei siti produttivi di Battipaglia e Terni e dell’attuale occupazione impiegata. In mancanza di tali risposte si continuerà con lo stato di agitazione e iniziative di lotta che saranno caratterizzate a livello locale».

Comune vigile

Il sindaco Leonardo Latini ha incontrato venerdì pomeriggio una rappresentanza dei lavoratori della Treofran presso la sede dello stabilimento ternano. Il primo cittadino, condividendo le preoccupazioni e le valutazioni dei lavoratori, si è impegnato a chiedere immediatamente un intervento della Regione per una sollecita riconvocazione del tavolo al Mise che possa aver luogo prima del termine generico indicato dall’azienda e dunque già nei prossimi giorni, o subito all’inizio del nuovo anno con l’obiettivo di far chiarezza sulla situazione.

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