Carcere di Terni: «Agenti alla fame»

L’azienda incaricata del servizio mensa non viene pagata: disagi per i lavoratori e gli agenti. La denuncia del Sappe arriva alla Procura della Repubblica

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Pagamenti bloccati che causano disagi, oltre all’associazione di imprese che ha in appalto il servizio mensa nelle quattro carceri umbre – Perugia, Spoleto, Terni e Orvieto – anche e soprattutto agli agenti della polizia penitenziaria. Gli ultimi disagi, emersi nel territorio ternano, sono stati denunciati dal sindacato Sappe che ha portato la questione all’attenzione della Procura della Repubblica.

Terni Il segretario locale del Sappe, Romina Raggi, in una nota inviata mercoledì al segretario regionale Fabrizio Bonino, lamenta «le condizioni inaccettabili della mensa ordinaria di servizio. Negli ultimi giorni – spiega il segretario Sappe di Terni – il personale in servizio si è trovato sempre più spesso a doversi accontentare dei menù offerti, diversi da quelli previsti e scarsi nei contenuti, fino ad arrivare a questa sera (mercoledì. ndR) quando il personale del turno serale si è sentito dire che non avrebbe avuto il primo in quanto terminato e il secondo non era sufficiente per tutti. Ed erano solo le ore 19. E’ una situazione ormai insostenibile – afferma Romina Raggi – per la quale questa segreteria, dando voce ai colleghi, chiede un intervento urgente».

Il motivo A fine febbraio l’associazione temporanea di imprese Slem-Rica Scarl, che ha in appalto il servizio, ha inviato una nota al provveditorato per l’amministrazione penitenziaria dell’Umbria, alle direzioni delle quattro carceri regionali e ai sindacati umbria della polizia penitenziaria, facendo presente la situazione di stallo totale nei pagamenti – da parte dei provveditorati – fermi al 31 ottobre 2015. Le aziende non hanno potuto procedere all’emissione delle fatture di dicembre, gennaio e febbraio – con conseguenze sul pagamento dei lavoratori – perché l’accorpamento dei dipartimenti dell’amministrazione penitenziaria non sarebbe stato seguito da indicazioni chiare da parte del ministero.

La segnalazione Da qui l’allarme che riguarda l’intera attività, e quindi le risorse, gli stipendi – fermi a dicembre – i rapporti con i fornitori. D’altronde senza la possibilità di emettere fatture, vengono meno gli anticipi da parte delle banche a cui l’ati si è rivolta per ottenere dei prestiti. Tutto ciò finisce per riflettersi, secondo il sindacato, sul servizio reso agli agenti e l’ultimo episodio – quello registrato mercoledì a Terni – non fa altro che aggravare una situazione pesante. Il tutto è stato già segnalato dal Sappe alla Procura di Terni così come al provveditorato regionale e alle direzioni delle singole case circondariali. Obiettivo: ripristinare una situazione di normalità e dignitosa per tutti.

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