Crisi Regione, Marini: fiducia confermata

La presidente chiede a Barberini di rientrare. Presentate 5 risoluzioni, opposizioni scatenate: «Le fratture rimangono evidenti»

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L.P.

In un’assemblea tanto affollata come mai se ne erano viste, mercoledì mattina i lavori del consiglio regionale si sono aperti con l’intervento della presidente Marini.

consiglio regionale-0309-7Dichiarazioni Un intervento tanto dovuto quanto atteso. Nei suoi trenta minuti di discorso, la Marini spiega e difende le sue ragioni. ‘Ragioni di stato’, per cui nella scelta delle nomine in sanità è prevalsa la coerenza con i curriculum presentati e la competenza dei direttori sanitari scelti. Candidati idonei, dunque, come sempre sostenuto, la cui scelta è stata fatta secondo criteri di trasparenza, atti pubblici e rintracciabili online, e con i requisiti procedurali previsti dalla legge, il decreto legislativo 502 che fissa i requisiti di accesso alla funzione di direttore, in attesa dell’applicazione della riforma Madia.

Nomine «Dei 108 candidati – ha riferito la presidente – solo 18 erano idonei e avevano già ricoperto la funzione di direttore. Il requisito del merito, anche in un principio di rotazione, come suggerisce la legge Madia, va valorizzato. Il ruolo di direttore sanitario è un ruolo complesso, deve aver gestito capacità amministrativa. La più piccola delle nostre aziende amministra un minimo di 450 milioni di euro. Vanno tenuti in considerazione i risultati conseguiti. Va tenuta in considerazione l’autorevolezza rispetto al sistema sanitario che conta 11mila profili».

consiglio regionale-0309-5 brega barberiniLinee programmatiche Poi, la questione politica. «Mi dispiace – ha ribadito – che l’assessore Barberini non abbia condiviso con noi l’ultimo miglio. La politica non si è incrinata sui punti programmatici, ma c’è stata una frattura molto importante, una crisi politica che solo la politica può riparare». E poi le altre priorità, per la regione e per la maggioranza al governo: snellire la pubblica amministrazione, affrontare il nuovo regionalismo e puntare sull’innovazione, nel lavoro, nell’ambiente, nel mondo della cultura e delle competenze. La conclusione passa per Max Weber: «per fare politica servono tre cose: passione, senso di responsabilità e lungimiranza, ma servono insieme. L’impegno è tenere insieme tutti e tre questi elementi e portare avanti il lavoro della giunta auspicando il rientro di Luca Barberini».

Le opposizioni E intanto nel pomeriggio le opposizioni si sono scatenate, soprattutto dopo l’approvazione della mozione presentata dalla maggioranza che ha confermato la fiducia alla presidente Marini. Per Ricci «La maggioranza conferma la presidente della Regione ma le fratture rimangono evidenti. Una fattura politica che non è stata ricomposta e permangono evidenti le differenze nella maggioranza soprattutto in merito alla nomina del dirigente principale sulla sanità che, secondo quanto emerso, non risponde ai criteri di cambiamento e merito». Tra le cinque risoluzioni presentate dopo la pausa, è stata approvata quella della maggioranza, dunque ma per Ricci ormai la discesa è iniziata e la sanità, «considerato che non è stato reintegrato l’assessore alla sanità dimissionario, come il governo regionale, è ormai incerto e poco incisivo».

Patto incrinato Bocciata, tra le altre, la risoluzione dei 5 Stelle che chiedevano alla giunta di sospendere Maurizio Dal Maso dall’incarico di direttore generale dell’azienda ospedaliera Santa Maria di Terni finché non sarà definitivamente chiarita la sua estraneità a procedimenti giudiziari penali contro la pubblica amministrazione. Per il consigliere di Forza Italia Raffaele Nevi, «questo è un momento storico, va apprezzata la coerenza dell’ex assessore Barberini. In Umbria ha sempre comandato la sinistra e noi abbiamo criticato gli esponenti moderati che hanno sacrificato anche il loro pensiero, accontentandosi di poco. Con le ultime regionali una parte di centrosinistra ha preso forza e si è incrinato un patto, quello che noi abbiamo sempre auspicato». La Lega, invece, dichiara di non voler accettare lezioni dalla Marini che «ha avuto quasi 6 anni per fare tutto ciò che propone oggi. Ci spieghi perché non lo ha fatto. Quello che lei descrive come un libro dei sogni, per i cittadini è un incubo quotidiano. Una sanità migliore sarà possibile solo quando ci sarà vero rinnovamento e si romperà quel sistema di potere che avete creato».

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