Discarica Borgoglione: «Problema ereditato»

Perugia, approvato un documento per promuovere e sviluppare il compostaggio domestico. Si fa più concreta l’ipotesi di ampliamento della cava di Monte Petroso

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‘Una giornata storica’. Forse l’ennesima se, poi, rimane tutto su carta. Con 17 voti a favore è stato approvato dal consiglio comunale l’ordine del giorno promosso dal Movimento 5 stelle sull’abbattimento dei costi di raccolta e trattamento dei rifiuti organici e sviluppo di un programma di promozione del compostaggio domestico.

I dati Solo nel 2013 i rifiuti prodotti nel perugino sono stati pari a 42mila tonnellate per l’umido e 11mila per il verde, con contributo del Comune di Perugia pari al 50%. Il costo della raccolta differenziata dell’umido, in città, si attesta sui circa 93 euro per tonnellata. Solo il 10 per cento di quanto conferito nell’impianto di Pietramelina, però, si trasforma in compost, appena 6 mila tonnellate. Eppure il compostaggio domestico è una pratica con cui i singoli utenti possono autonomamente recuperare la frazione organica portando alla diminuzione dei rifiuti oltre che alla riduzione dell’inquinamento.

Kit Fino al maggio del 2015 le compostiere consegnate dal comune di Perugia sono state circa 6mila. «Sarebbero necessarie apposite campagne informative volte ad informare la cittadinanza sul sistema, nonché la predisposizione di un nuovo progetto dedicato al tema» ha precisato la Rosetti, dal momento che l’attuale produzione di compost oggi non è in linea con quanto dovrebbe essere. Per questo, con un ordine del giorno, si vuole impegnare l’amministrazione ad adottare tutti gli accorgimenti possibili per ridurre gli scarti verificando gli accorgimenti proposti ed applicando, eventualmente, le penali previste dal contratto.

Il documento Il testo impegna anche il comune a rispettare la legge che prevede il divieto di smaltimento dei rifiuti non pericolosi in regioni diverse fatti salvi gli accordi regionali o internazionali, ad adottare un programma del compostaggio domestico e a prevedere misure premio riscontrabili in sconto sulla tariffa per gli utenti virtuosi. «Rispetto alle criticità conseguenti le decisione assunte da regione e comune, in riferimento a quanto accaduto a Pietramelina e a Borgo Giglione – ha detto la Rosetti – dove i cittadini continuano ad essere penalizzati perché l’intero costo dei servizi è sulle loro spalle, con queste decisioni si può dare un contributo significativo in termini di contenimento dei costi e di riduzione dell’inquinamento ambientale, perseguendo l’obiettivo della diminuzione dei rifiuti».

Compost domestico Mentre a Perugia la Gesenu continua ad effettuare la raccolta stradale, eccetto per il centro storico, sulla base delle esperienze virtuose maturate in altre città italiane, «occorre invece dar vita ad un progetto che spinga verso il compostaggio domestico, riducendo alla fonte il rifiuto organico e producendo tanti benefici per la collettività». Sulla questione, per il vicesindaco Barelli, le polemiche stanno a zero dal momento che il comune sta lavorando per estendere il porta a porta ad aree diverse dal centro storico, con l’obiettivo di differenziare sempre di più. Sul compostaggio il vicesindaco ha ricordato che dopo gli iniziali 6 mila contenitori, distribuiti tra il 2002 e il 2004, il progetto non è più stato continuando ma oggi si sta recuperando il tempo perduto. «Da dicembre è partito un progetto volto all’ampliamento del sistema che partirà dalla ricognizione della situazione, fino ad arrivare a formazione, distribuzione dei trasponder ed, infine, tariffazione puntuale».

La cava Sempre in consiglio si è poi tornati sulla questione della cava di Monte Petroso e la vicina discarica di Borgogiglione. «Un’area di pregio in cui le attività suddette hanno un impatto importante, ancor di più se unito al problema della viabilità». E se da un lato il procedimento per l’autorizzazione all’attività estrattiva della cava, per la Rosetti, sembra andare verso una conclusione diversa, cioè l’ampliamento, rispetto a quella indicata nella delibera del consiglio comunale del 2011 che prevedeva invece la completa chiusura dell’impianto, con un ordine del giorno discusso ma non votato per mancanza di numero legale, si vuole impegnare l’amministrazione a verificare la legittimità del procedimento per l’autorizzazione del piano di ampliamento della cava ed a valutare la compatibilità e l’impatto del predetto progetto rispetto alle caratteristiche dell’area.

Borgogiglione Nel documento viene richiesto di garantire la sicurezza delle persone e dei mezzi che utilizzano giornalmente la strada Sant’Antonio-Belveduto, limitando e controllando anche con l’ausilio di strumenti di videosorveglianza il transito dei mezzi pesanti, il ripristino del rispetto delle norme di tutela della Villa del Colle del Cardinale, del relativo parco e dell’area circostante e parimenti a far rispettare le norme relative alla circolazione stradale nonché l’adozione delle iniziative di programmazione volte a valorizzare il territorio e le sue ricchezze. Con ogni mezzo, secondo il Movimento 5 stelle, bisogna puntare a ridurre la produzione dei rifiuti e a vietare conferimenti in discarica fuori dall’ambito territoriale prestabilito.

Problema ereditato In relazione alla discarica di Borgo Giglione, poi, il capogruppo del M5S ha sottolineato che l’Amministrazione dovrebbe lavorare al fine di giungere ad una progressiva riduzione dei conferimenti e, per l’effetto, alla chiusura dell’impianto. In merito all’ipotesi di creare un’infrastruttura viaria nella zona del tutto nuova, Rosetti precisa che la stessa non dovrà essere al servizio di cava e discarica, perché ciò significherebbe favorire i conferimenti e non l’auspicato contrario. Quello della cava, per Barelli, è un problema ereditato e su cui la giunta può fare ben poco per quanto riguarda la legittimità del procedimento e la sicurezza di persone e mezzi. Sulla valorizzazione di Villa del colle del Cardinale, invece, il vice sindaco ha chiarito che sulla struttura permangono delle problematiche connesse sia al completamento del restauro sia, soprattutto, alla destinazione d’uso finale. Questa situazione di stallo pregiudica in qualche modo l’intenzione del Comune di valorizzare l’intera area, ove vi è l’intenzione di operare coniugando le diverse esigenze presenti.

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