Don Armando, quella frattura al cranio non convince

Dai primi accertamenti è sembrata troppo profonda per essere stata provocata dalla caduta. Ma la scientifica non ha rilevato nulla di anomalo nella stanza

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Frattura alla teca cranica per affossamento. Un vero e proprio avvallamento delle ossa della testa nel punto in cui c’è stato il colpo. È questo che ha provocato l’emorragia cerebrale che ha portato alla morte di Don Armando Di Renzo, parroco di Civitella d’Arna. Ma cosa ha provocato la frattura?

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L’autopsia

La parrocchia di Civitella

Questo è quello che tenteranno di capire gli inquirenti anche alla luce dell’esame autoptico di giovedì pomeriggio, i cui risultati ufficiali arriveranno nei prossimi giorni. Ad aver insospettito è la profondità dell’affossamento, quasi a far pensare ad un colpo di un corpo contundente, ma al momento la tesi più accreditata resta quella della caduta a seguito di un malore. Una caduta che ha portato il sacerdote a battere la testa, forse contro uno spigolo o a terra.

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Nessun segno di effrazione

Anche perché dai rilievi della polizia scientifica non è emerso nulla che faccia pensare ad un intervento esterno in quella stanza della canonica: i soldi erano ancora al loro posto, il resto della camera era in ordine e in quei locali potevano accedere solo gli stretti collaboratori del sacerdote, quelli che poi lo hanno trovato agonizzante quando sono andati a cercarlo, non vedendolo arrivare per la funzione liturgica che avrebbe dovuto officiare lunedì mattina, giorno di Pasquetta. Sono stati proprio loro due i primi ad essere ascoltati, confermando agli agenti della squadra mobile che non c’erano segni di effrazione e tutto era in ordine in casa. Don Armando era riverso supino, senza segni di sangue, sul pianerottolo interno prima delle scale.

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