«Serve lavorare, affinché, già dal prossimo futuro, l’agroalimentare umbro esportato nel mondo, che nel 2015 valeva oltre 570 milioni di euro, possa accelerare con decisione». È quanto afferma Albano Agabiti, presidente di Coldiretti Umbria, che sottolinea anche come, «tra 2014 e 2015, l’import nel comparto sia aumentato in Umbria di circa il 7% (da 551 milioni a 591 milioni) con un boom, tra l’altro, per l’olio proveniente dalla Tunisia del 70% in valore in euro (da 16 a 27 milioni circa). Da qui – spiega Agabiti – il conseguente bisogno di regole che garantiscano la qualità dell’alimentazione e la trasparenza dell’informazione ai consumatori, anche alla luce del recente via libera alle nuove agevolazioni per l’olio del Paese africano».
Il ‘brand Umbria’ Anche sulla scia dell’Expo, ricorda Agabiti, «si è diffusa una maggiore consapevolezza nella società sulla centralità del cibo e sull’importanza del ruolo degli imprenditori agricoli. Una centralità – aggiunge – riconosciuta anche dalla politica economica nazionale, con una manovra che ha rimesso al centro della ripresa e dello sviluppo del Paese il settore agricolo, identificato come strategico anche per la sua valenza ambientale e sociale. Ora occorre rafforzare l’impegno e indirizzare gli sforzi sul fronte prezzi, verso una giusta remunerazione dei prodotti agricoli, sul potenziamento delle filiere locali e su una rinnovata competitività delle nostre imprese sul mercato, soprattutto estero, scommettendo con decisone sul ‘brand Umbria’, anche attraverso una promozione più integrata».