Elezioni, Trappolino: «Tappa decisiva»

Il segretario provinciale ternano del Pd parla di programmi e manda un messaggio alla Lega

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di Carlo Emanuele Trappolino
Segretario provinciale di Terni del Partito Democratico

Il voto del 31 maggio è una tappa fondamentale nel rilancio democratico e riformista del Paese che sta vivendo una fase politica tutta nuova. E’ in questo contesto che, per dirla con le parole della Presidente Catiuscia Marini, dovremo affrontare i “nodi” dell’Umbria in una competizione che vede come avversario reale: la destra di Salvini, in tutte le forme che ha assunto hic et nunc, ossia quelle di un candidato ‘presunto civico’ che in realtà si porta dietro il peggior conservatorismo della destra umbra.

Non bisogna sottovalutare l’importanza del voto. Occorre maggiore consapevolezza, serve una scossa per ribadire che siamo in campo “noi contro la destra”. Sono convinto che vinceremo, ma dobbiamo faticare, impegnarci in una vera e propria battaglia. Mettere in campo tutto il nostro popolo: militanti, dirigenti, elettori delle primarie. Per sostenere Catiuscia Marini, il lavoro fatto in questi cinque anni di buon governo regionale. Per fare ancora di più e continuare la sfida dell’innovazione e del cambiamento.

Attenzione al riemergere di estremismi politici e giochi di piccolo (e misero) cabotaggio secondo la logica del “colpire il vicino non l’avversario” o del “tanto peggio, tanto meglio”. A sinistra quelli che hanno governato con noi per lunghi anni adesso lavorano per la sconfitta del centrosinistra.

Serve una scossa quindi per rimettere al centro della nostra azione i temi e le proposte che interessano davvero i cittadini umbri. La nostra priorità è il lavoro, in particolare per i giovani. Idee e proposte realizzabili subito – alcune cose sono già state messe in cantiere dalla giunta uscente: lanciare un piano per il lavoro che contenga misure per occupazione giovanile (es. utilizzo fse per manutenzione territorio come prevede accordo ANCI- consorzi di bonifica e poi il programma di interventi #italiasicura – aree interne e la questione area di crisi complessa), incentivare maggiore diffusione modello cooperativo, formazione lavoro (cfr. Garanzia giovani).

Sono necessari interventi selettivi per continuare ad aiutare i ceti più deboli, riducendo le disuguaglianze sociali, ridistribuendo il carico fiscale sui ceti più abbienti; le politiche di bilancio della governo regionale in questi anni ci hanno consentito di controllare la spesa senza agire sulla tassazione. Dobbiamo intervenire sulle rendite e ‘alleggerire’ il peso che sostengono le imprese.

Diventano imprescindibili scelte precise che chiamano in causa quegli investimenti pubblici decisivi per l’economia del nostro territorio: in questo senso il riconoscimento di area di crisi complessa per i Comuni della ‘conca ternana’ ci consentirebbe di sviluppare progetti in grado di attuare le necessarie riconversioni ambientali, dare il giusto carburante a innovazione e ricerca, sviluppare nuove attività nei settori dell’economia verde, rilanciare l’azione pubblica attraverso la nuova programmazione dei fondi strutturali per ripartire e accompagnare la ripartenza di investimenti e consumi.

Siamo pronti per uno scatto in avanti

L’esperienza di tante città italiane e il pensiero economico contemporaneo ci dimostrano che quando si vuole rilanciare un territorio non c’è bisogno di inventare soluzioni eccentriche, bisogna ripartire da quello che c’è, senza accontentarsi, agendo però con forza il grimaldello dell’innovazione.

E provare a fare uno scatto in avanti superando, come sostiene l’ex ministro Barca a proposito delle ‘’aree interne’’ l’assunto ‘‘ prima il lavoro, l’occupazione e poi i servizi’’. Perché servizi e sviluppo vanno insieme anche in un territorio articolato nella sua produzione come quello della Provincia di Terni dove la competitività complessiva passa anche attraverso la riduzione della polarizzazione fra sistemi produttivi e sistemi naturali, fra società urbana e rurale (confini sempre più effimeri per i sistemi produttivi del lavoro di oggi).

E perché due nel nostro territorio possono essere gli strumenti per rilanciare l’economia (la Strategia nazionale sulle Aree Interne e l’Area di crisi complessa), ma uno solo l’obiettivo: dare le fondamenta ad un nuovo modello di sviluppo. Non c’è più tempo. La logica non potrà che essere quella di una “specializzazione intelligente” (la c.d. smart specialisation), focalizzata su di un numero limitato di priorità in termini di settori produttivi e/o di ambiti tecnologici su cui concentrare i propri investimenti e orientata a costruire un vantaggio competitivo durevole.

Capacità di diversificazione e specializzazione tecnologica dovranno diventare i perni di un sistema in cui le città più grandi saranno i propulsori dello sviluppo, al fine di consentire l’adattamento dei sistemi produttivi territoriali al rapido e costante mutamento delle condizioni del sistema economico e del mercato.
Superare i campanilismi, selezionare le migliori specificità territoriali e metterle al servizio dello sviluppo regionale.

Salvini dovrebbe mettersi una bella felpa con scritto ‘scusate’

Salvini dovrebbe mettersi una bella felpa con scritto ‘scusate’. Scusate a tutti gli italiani per le prese in giro della Lega Nord.

Sulla storia delle quote latte hanno speculato per anni, costruito campagne elettorale sulle bugie che sono già costate agli italiani 4,5 miliardi di euro, 75 euro per ogni cittadino.

Salvini in Umbria avrebbe dovuto chiedere scusa perché anche i nostri agricoltori hanno dovuto pagare la tassa padana: per un migliaio di agricoltori non in regola, illusi di poter non pagare e sostenuti dal Carroccio, alla fine hanno dovuto pagare tutti, danneggiando soprattutto gli allevatori onesti che hanno sudato e rispettato le regole.

Le polemiche strumentali che si nutrono di mediaticità e populismo ci allontanano dalla realtà dei numeri. Questione IMU agricola ad esempio: un’imposta che vale 260 milioni di euro l’anno (venti volte di meno delle multe per le quote latte), di cui solo 20 milioni arriveranno dagli imprenditori agricoli, gli altri saranno versati da proprietari terrieri che non vivono di agricoltura, il 60% degli imprenditori pagherà meno di 50 euro.

La nuova politica agricola comunitaria (la c.d. PAC) offre all’agricoltura italiana un pilastro finanziario fondamentale: 52 miliardi di euro da qui al 2020. L’Italia ha fatto delle scelte selettive, privilegiando gli assi fondamentali dell’agroalimentare italiano, dalla zootecnia alla viticoltura e all’olivicoltura, introducendo gli strumenti di aiuto ai giovani: in particolare con la maggiorazione dei premi per gli agricoltori under 40.

Tra le misure più importanti approvate vanno ricordate: il Decreto Campolibero, le prime misure urgenti e operative per lavoro, semplificazioni, credito e competitività nel settore agricolo e agroalimentare: il piano di semplificazione burocratica Agricoltura 2.0, strumenti concreti per il ricambio generazionale (dai mutui a tasso zero, le detrazioni al 19% per gli under 35 che affittano terreni, sconto di ⅓ del costo del lavoro per chi assume giovani in agricoltura). E ancora interventi sulla pesca, l’ippica, la competitività, il made in Italy, i contratti di filiera, l’accesso alla terra, l’etichettatura, il biologico, la ricerca, il consumo del suolo.

Il candidato Ricci, sponsorizzato in Umbria dalla Lega, indosserà la stessa felpa? Come lo spiegherà ai nostri agricoltori? E più in generale a tutti gli umbri che pagano per i capricci nazionali dei leghisti?

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