Emissioni ed impianti: «Ora tocca a noi»

A Trestina comitati preoccupati per emissioni di biossido di titanio. Medici Isde: «In Alto tevere troppi tumori, più che altrove»

Condividi questo articolo su

L’incontro al Cva di Trestina

Una sala piena di gente, di venerdì sera. Un segnale che l’aria sta cambiando e che i cittadini non sono più disposti a demandare la tutela della salute pubblica e dell’ambiente alla politica. «Proprio perché non vogliono che se ne parli, noi abbiamo deciso di incontrarci e di essere in tanti. Perché quando si tratta di tutelare la salute, non esiste azione ritorsiva fondata», afferma l’avvocato Valeria Passeri. Dalle discariche agli impianti, da mesi i comitati sul territorio si battono per vedere garantiti diritti fondamentali, da Trestina, dove i cittadini chiedono chiarezza sull’attività della Color Glass che trasforma in biossido di titanio i fanghi provenienti dalla produzione industriali di catalizzatori in ceramica di un’impresa di Ferrara, a Calzolaro, dove la battaglia è finalizzata a capire come sia possibile che l’azienda Ecopartner possa svolgere la sua attività di smaltimento dei rifiuti all’interno della frazione.

La Color Glass L’incontro Attivisti, politici, assessori e dirigenti regionali, ma anche semplici cittadini. C’è stata una risposta in massa all’ incontro promosso dal comitato Salute ambiente Calzolaro Trestina alto Tevere sud con l’obiettivo di fornire elementi di approfondimento seri e concreti e per dare voce alle legittime preoccupazioni degli abitanti della zona «che a causa dell’endemico disinteresse politico e amministrativo vivono gravi problematiche ambientali e chiedono soluzioni urgenti». Il fulcro del dibattito si è incentrato sull’attività della Color Glass, l’azienda che a Trestina ricava biossido di titanio dai fanghi prodotti a Ferrara: «Un’azienda in esercizio continuo – ha spiegato l’ingegner Leonardo Truscello – con emissioni di fumi 24 ore su 24 che preoccupano tutti i cittadini in mancanza di dati certi e scientifici sulla non pericolosità delle emissioni prodotte e in difetto di valutazione d’impatto ambientale».

Il tavolo dei relatori

‘Connivenze’ Assieme agli esponenti del comitato, moderato da Massimo Mariangeli, anche l’associazione Italia Nostra Perugia, con la vice presidente Doretta Conosci, e l’avvocato Valeria Passeri, vice presidente del WWF Perugia oltre che membro del direttivo di Italia Nostra. «C’è un triste quadro, a livello nazionale – ha detto – che mostra una connivenza tra potere pubblico e privato nella gestione dei rifiuti, come dimostrano le ultime inchieste in Campania, a Roma, ma che arrivano fino al nostro livello locale con Gesenu. Da tale sistema malato è stata compresa la necessità di scendere in campo come cittadini e rendersi parte attiva delle decisioni in materia di gestione dei rifiuti. Per troppo tempo abbiamo demandato la gestione in materia ambientale ad altri per poi ritrovarsi, come accaduto nell’Alto Tevere, con impianti di trattamento rifiuti in pieno centro abitato, con tutti i disagi che ne conseguono. Ma quando i cittadini si impegnano si vedono subito i risultati, come quello di sottoporre a valutazione di impatto ambientale l’impianto Splendorini Molini Ecopartner autorizzato a trattare nel 2015 cinquantamila tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi senza la predetta valutazione d’impatto ambientale e senza adeguamento alle migliori tecniche disponibili, per scoprire da ultimo che la valutazione ambientale non è mai stata effettuata neppure per Color Glass S.p.A».

Medici per l’ambiente Momento di particolare interesse e attenzione è stato quello scandito dall’intervento dei medici Isde, medici per l’ambiente, che, da anni, studiano la connessione tra inquinamento e malattie. Per primo, ha preso la parola il dottor Giovanni Vantaggi, il quale ha ricordato l’importanza della prevenzione primaria, espressione del principio di precauzione, per poi analizzare nel dettaglio i componenti dei fanghi lavorati da Color Glass, che, documenti alla mano, legittimano i dubbi della popolazione, anche in merito all’opportunità di una delocalizzazione dell’azienda. «Assorbire biossido di titanio mediante la respirazione è infatti dannoso per la salute umana».

Uno degli interventi

Biossido di titanio Il dottor Massimo Formica ha parlato d’inquinanti con particolare riferimento al biossido di titanio e di una tendenziale politica di avversione all’ambiente, in cui oggi si punta alla deforestazione e alla distribuzione della biodiversità, invece che preservare l’ambiente e quindi la salute umana. Infine, il dottor Carlo Romagnoli ha ridato una luce di speranza con la creazione degli ecodistretti che consistono in organismi associativi costituiti da comitati, associazioni e cittadini di determinate fasce del territorio regionale, che intervengono con iniziative concrete nelle scelte di gestione dei rifiuti, puntando agli obiettivi di massima dei rifiuti zero, ovvero al recupero e al riciclo del rifiuto, nell’ottica che nulla è da buttare ma tutto può essere riutilizzato. Di ecodistretti se ne stanno costruendo nell’area del Ternano e nell’area del Perugino, Trasimeno e Alto Orvietano.

L’incontro Si è aperto poi il dibattito con l’intervento di numerosi politici, tra cui l’assessore all’ambiente Fernanda Cecchini, Valerio Mancini, vice presidente dell’assemblea legislativa Regione Umbria e consigliere comunale della Lega a Città di Castello, il consigliere comunale Marco Gasperi del Movimento cinque stelle, presenti in aula insieme all’Europarlamentare Laura Agea, ai consiglieri regionali Andrea Liberati, Maria Grazia Carbonari, al consigliere comunale di Umbertide Valentina Pigliapoco e all’ ex candidato per il Parlamento Gino Di Manici Proietti, oltre al vice sindaco di Città di Castello, per il Partito democratico, Michele Bettarelli.

Tumori Molti i cittadini che hanno contribuito con i loro interventi,  in particolare quello di Giorgio Paolucci, uno dei fondatori del CSA Calzolaro Trestina Altotevere Sud, che con il proprio contributo spassionato e sincero ha sottolineato l’aspetto «di una realtà istituzionale sinora troppo distaccata dalle problematiche ambientali dell’Altro Tevere, in cui il numero dei decessi da tumore continua ad essere tra i più alti in Umbria». Fino a giungere al capolinea della serata con la speranza che gli amministratori prendano il coraggio finalmente di delocalizzare imprese che in quel di Trestina e del Calzolaro non avrebbero dovuto essere mai autorizzate per evidente incompatibilità con il centro abitato, la presenza di scuole nelle vicinanze e con le altre fondamentali imprese, in particolare, agrituristiche e di ristorazione.

 

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli