Fondazione Carit, plebiscito per Dragoni

Il vice presidente del Comitato di indirizzo: «Dobbiamo fare il bene della città»

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Una volta si sarebbe parlato di ‘maggioranza bulgara’, ma non è questo il caso. Il comitato di indirizzo della Fondazione Carit, che venerdì era chiamato ad eleggere il proprio vice presidente, ha comunque regalato una specie di plebiscito a Ulrico Dragoni.

Low profile Lui, però, il giorno dopo tende subito a mitigare tutto: «Quello che mi piace pensare – dice Dragoni – è che adesso quella stessa unità di intenti che ha determinato il voto, la si possa registrare nei prossimi appuntamenti che ci attendono. Solo lavorando in sintonia, infatti, potremo svolgere fino in fondo la nostra missione, che secondo me deve essere solo quella di fare il bene della città. Anche utilizzando al meglio le risorse».

Fondazione ‘matura’ Secondo Dragoni, infatti, «la Fondazione Carit è ormai un’istituzione matura, che ha opportunamente deciso di disciplinare attraverso l’emanazione di bandi trasparenti l’accesso ai contributi che concede e che, attraverso quella che io auspico diventi una sempre maggiore interazione tra il consiglio e le commissioni, assume decisioni più partecipate e condivise. Questo ci permetterà di puntare ad un’ottimizzazione degli interventi che, lo ripeto, devono avere come unico scopo quello di contribuire alla crescita del territorio».

Gli esempi Un paio di casi, secondo Dragoni, sono indicativi: «Penso al teatro Verdi, per il quale il presidente Fornaci si è impegnato e si impegna in maniera encomiabile. Il recupero e la gestione futura di quella struttura devono vederci impegnati in maniera convinta. Ma c’è un altro argomento che io considero importante ed è quello dell’istituto musicale Briccialdi: la Fondazione Carit non può che inserirlo tra le proprie priorità, anche ipotizzando un intervento economico importante».

I contributi Ecco un altro tema che Ulrico Dragoni affronta senza fare troppi giri di parole: «A mio parere dovremo rivedere la ‘tecnica’ attraverso la quale diamo i contributi. Troppo spesso i nostri interventi sono risultati ‘polverizzati’ e distribuiti a pioggia. Io credo che, invece, dovremmo individuare alcuni progetti importanti e qualificanti e sostenerli in maniera decisa, sempre puntando alla crescita della città».

Gli appuntamenti Un compito che, da aprile dell’anno prossimo, spetterà peraltro ad un comitato di indirizzo rinnovato per la metà: dieci dei diciannove membri attuali (a cui si aggiungono Dragoni ed il presidente Mario Fornaci, il cui mandato scade, a sua volta, nel 2016) dovranno essere sostituiti: cinque li nominerà l’assemblea della Fondazione, due il Comune di Terni e, uno ciascuno, l’ordine dei notai, quello dei medici e la Curia.

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