MotoGp, Petrucci: «In Qatar voglio correre»

Terni, Il pilota vuole esserci sul circuito di Losail: «Ci ho sempre creduto. Dodici viti e una placca: l’importante è finire la gara»

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Danilo Petrucci ha scelto. In Qatar, sul circuito di Losail, ci sarà nella prima gara del motomondiale 2016: la caduta nei test di Phillip Island – frattura scomposta di 2°, 3° e 4° metacarpo della mano destra, 19 febbraio – non fermerà il pilota ternano del team Octo Pramac Yakhnich. Per le prove ufficiali nulla da fare, ora il discorso è cambiato.

LA CADUTA DI PETRUCCI IN AUSTRALIA, VIDEO

Le condizioni della mano di Petrucci (foto Twitter Petrucci)

Le condizioni della mano di Petrucci (foto Twitter Petrucci)

Stress e sofferenza Il centauro ternano è pronto alla sfida, seppur non in perfette condizioni. «Ci ho sempre creduto – ha dichiarato in un‘intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport – e ho stretto i denti, una delle settimane più difficili, nella quale sono stato costantemente attaccato a qualche macchina o impegnato in esercizi di rieducazione. Per recuperare il più velocemente possibile, la notte il mio fisioterapista, Marco Baglioni, mi attaccava a una macchina di magnetoterapia per favorire la saldature dell’osso. È stato tutto parecchio stressante, ho dormito pochissimo».

La riabilitazione bolognese Il ducatista 25enne ha cercato di bruciare i tempi trasferendosi momentaneamente a Bologna dopo l’incidente: «Lì mi sono affidato al dottor Fabio Catani, il medico Ducati, che ha realizzato una fasciatura allo zinco e un tutore per provare a guidare senza troppo dolore, e al dottor Michele Zasa della clinica mobile, che ha seguito la fase di fisioterapia. Devo ringraziare loro, Ducati e Pramac per l’impegno. Riuscire a pensare di guidare dopo neanche un mese, dodici viti e una placca nella mano non era scontato». E Zasa conferma infatti che «per una persona normale il recupero è fissato tra il mese mezzo e i due, con un’ora di fisioterapia al giorno. Con Danilo abbiamo provato a ottimizzare i tempi, sottoponendolo a tutte le terapie possibili, strumentali come manuali, ricorrendo a tanto lavoro in acqua e aerobico per mantenere il tono muscolare. Ora tocca a lui, nessuno gli ha messo pressione e Danilo è il primo ad avere detto di voler provare ma senza rischiare oltremisura».

Danilo Petrucci

Danilo Petrucci

Niente danni Da giovedì via al weekend ‘lungo’ in terra asiatica. Petrucci ci sarà: «Arrivo a Losail più tranquillo, la mano funziona e spero che grazie agli antidolorifici una volta in sella il pensiero si focalizzi sulla pista. La cosa importante sarà finire la gara senza danni, il primo pensiero è quello di non pregiudicare il campionato. Le ossa non sono ancora saldate benissimo, la mano è molto gonfia, tendini e muscoli sono compressi e quando provo a chiuderla è come se indossassi un guanto strettissimo. Ma il tutore – ha concluso – dovrebbe aiutarmi a limitare possibili danni».

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