di S.F.
Era il 14 luglio scorso e Alberto Falcini, sindaco di Stroncone, decise che ai gatti randagi non andava più dato da mangiare. Quantomeno nel centro storico: «L’abbandono di cibo deteriorabile per gli animali nelle vie del centro storico crea odori nauseabondi, e vi sono residui sparsi nelle zone dove viene depositato il cibo creando situazioni spiacevoli per il decoro urbano», la motivazione contenuta nell’ordinanza firmata dal 72enne primo cittadino del comune ternano. A qualcuno la storia non è piaciuta e la partita ora si sposta al Tar dell’Umbria: martedì mattina c’è la camera di consiglio.
Si chiede lo stop
L’associazione Earth onlus si era subito attivata per chiedere il ritiro dell’ordinanza perché, in sostanza, viene sottolineato che non è una via praticabile: «È inaccettabile che il sindaco – aveva spiegato la presidente nazionale, Valentina Coppola – vieti di dare cibo ai randagi visto che il loro benessere è una sua precisa responsabilità sancita dal dpr 31 marzo 1979. Dovrebbe ringraziare i cittadini che se ne occupano al suo posto invece di pensare a sanzionarli». Falcini non è tornato sui suoi passi e l’ordinanza è tuttora in vigore: «I suddetti animali per il loro benessere devono comunque essere alimentati, consentendo tale pratica fuori le mura del centro storico ad esclusione di piazza della Libertà». Le sanzioni per i trasgressori vanno dai 25 ai 500 euro.
Martedì al Tar Umbria
A difendere le rispettive posizioni saranno l’avvocato vicentino Massimo Rizzato (Earth) e la ternana Cristina Lovise. Il ricorso al Tar è stato depositato lo scorso 26 settembre, mentre in precedenza l’associazione aveva fatto richiesta di ammissione al patrocinio a spese dello Stato per le condizioni di reddito: la richiesta è stata accolta e nelle motivazioni del presidente Paolo Amovilli si legge che «le pretese che intende far valere in giudizio non appaiono manifestamente infondate (art. 126, I° comma, D.P.R. 115/02) in relazione ai motivi di ricorso astrattamente prospettati». I gatti sono in attesa.