Ospedale Terni, Latini pressa per i primari

Il sindaco: «In alcuni casi il rischio di pregiudicare l’immagine, se non anche la stessa funzionalità del nosocomio, è molto forte. Ricambio sia rapido»

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Una sorta di ‘pressing’ sui vertici dell’azienda ospedaliera ‘Santa Maria’ di Terni. Ad entrare in gioco sulla fuoriuscita di primari all’ospedale è il sindaco Leonardo Latini: «Doveroso riconoscere l’operato di chi lascia il servizio e, al contempo, auspicare un rapido ricambio per evitare la dispersione di quel patrimonio di professionalità intorno al quale si è costruita l’eccellenza e l’attrattività del nostro nosocomio».

«PARTENZE DAL SANTA MARIA, SEGNO DI CRISI»

«Rischio di pregiudicare immagine è molto forte»

Il dg Maurizio Dal Maso

Il 44enne sindaco di Terni sottolinea che «i media locali da qualche tempo si occupano del nostro ospedale e in particolare dell’uscita di figure apicali che hanno dato lustro alla struttura, diventata negli anni importante punto di riferimento non solo per i ternani, ma anche per tutti gli umbri e per molti residenti in altre regioni. È doveroso riconoscere l’operato di chi lascia il servizio, esprimendogli profonda gratitudine a nome della città di Terni per l’impegno e la professionalità che hanno reso l’azienda ospedaliera ‘Santa Maria’ uno degli ospedali di maggior richiamo dell’Italia centrale. È però altrettanto doveroso auspicare un rapido ricambio, per evitare la dispersione di quel patrimonio di professionalità intorno al quale si è costruita l’eccellenza e l’attrattività del nostro nosocomio. Perché se possono essere considerati fisiologici i ritardi e le difficoltà nel caso di medici che lasciano improvvisamente e prima della scadenza naturale il loro incarico, come ad esempio è stato per la neurochirurgia, negli altri casi, invece, il rischio di pregiudicare quantomeno l’immagine se non anche la stessa funzionalità dell’ospedale è molto forte».

IL DG DAL MASO: «VIAVAI PRIMARI? TURNOVER»

I bandi e la velocità

Sandro Carletti

Latini mette fretta: «Per questo ritengo doveroso intervenire per sottolineare che occorre scongiurare lo stallo per quelle strutture i cui responsabili hanno abbandonato, o abbandoneranno, l’incarico per ragioni anagrafiche, attraverso una programmazione oculata dei bandi di concorso che consentirebbe una rapida sostituzione dei primari. Questo, anche al fine di evitare la diffusione di notizie allarmistiche che confondono l’opinione pubblica e i cittadini comunque tuttora orientati a confermare la loro fiducia nell’azienda ospedaliera».

PASSALACQUA E CRESCENZI VIA

LA CAPUTO DIVENTA PRIMARIO A TERAMO

L’alta specializzazione

Nevia Caputo

E dunque, prosegue il sindaco, «dobbiamo al tempo stesso impegnarci per evitare un mutamento radicale della struttura nel suo complesso. La presenza dell’alta specializzazione a Terni è fondamentale perché serve da traino per innalzare il livello qualitativo di tutti i servizi ospedalieri, anche quelli non direttamente interessati, a tutto vantaggio dei pazienti. Sarà per questo nostro compito operare in sinergia, a tutti i livelli istituzionali, per creare le condizioni di una crescita ottimale dei servizi e dei professionisti in un contesto caratterizzato da maggiore complessità. L’azienda ospedaliera di Terni, per essere al passo dei tempi, dovrà operare sempre di più nell’ottica degli approcci multidisciplinari e lavorare ad implementare modelli organizzativi che riescano ad esaltare i processi di continuità assistenziale – conclude – con la rete dei servizi territoriali e delle altre strutture della rete ospedaliera regionale a partire da quelle più vicine».

CARLETTI A FIRENZE

Fiorini: «Si muova la Regione»

Fiorini e Ceccotti

Anche il capogruppo della Lega Umbria parla del tema: «La Regione immediatamente sulla questione relativa  alla recente uscita di primari e figure dirigenziali dall’azienda  ospedaliera Santa Maria di Terni. Basta con questo atteggiamento attendista, bisogna prendere provvedimenti urgenti per assicurare il mantenimento degli standard qualitativi dei servizi ed evitare la paralisi dell’apparato che metterebbe a rischio le eccellenze finora espresse dal nosocomio ternano. Secondo le notizie in nostro possesso, infatti, sia il direttore generale che il direttore sanitario dell’azienda ospedaliera di Terni sembrerebbero in quiescenza avendone maturato i requisiti. Inoltre, il 31 dicembre 2018 scadranno gli incarichi di ‘facente funzione’ di due dirigenti, la dottoressa Cinzia
Leoni ed il dottor Moreno Sarti: a quest’ultimo sono stati concessi 150 giorni di ferie continuate fino al pensionamento, lasciando di fatto scoperto tale ruolo. A questi si aggiungono gli addii, già avvenuti o annunciati, per scelta o pensionamento, di primari e professionisti di peso. Perplessità riguardo la necessità di espletare un nuovo concorso per la copertura del posto di primario di urologia, visto che all’interno dell’azienda ci sono già le strutture del prof. Mearini e della professoressa Costantini. Una direzione oculata avrebbe dovuto gestire il ricambio con maggiore efficienza, bandendo i concorsi per le apicalità in scadenza prima ancora dell’uscita del responsabile di turno, dal momento che il reclutamento delle figure apicali avviene per concorso pubblico e che per l’espletamento di tali procedure necessitano dei tempi stabiliti per legge. Esiste un cronoprogramma relativo alle procedure concorsuali oppure per avere i sostituti occorre attendere che si realizzino congiunture astrali favorevoli?».

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