Per la Giornata mondiale dell’acqua 2024 il tema è ‘Water for Peace’

In Italia continua a calare la disponibilità idrica: se ne è parlato anche a Terni con il museo Hydra della Cascata delle Marmore

Condividi questo articolo su

di Fra.Tor.

«Dobbiamo agire sulla consapevolezza che l’acqua non è solo una risorsa da utilizzare, ma un diritto umano, intrinseco ad ogni aspetto della vita». Il 22 marzo ricorre la ‘Giornata mondiale dell’acqua’, il tema indicato dalle Nazioni Unite per questa giornata è ‘Water for Peace’. Il museo Hydra alla Cascata delle Marmore, da quando ha iniziato la propria attività, ha sempre voluto far parte di questo movimento globale attraverso l’organizzazione di un evento.

Report 2024 Unesco

L’appuntamento di quest’anno, nella sala dell’Orologio del Caos di Terni, alla presenza di Alessandro Capati del museo Hydra e dell’assessore alla cultura del Comune di Terni Michela Bordoni, è stato incentrato sulla presentazione del report 2024 Unesco sullo stato delle acque, redatto dal World water assessment programme, in concomitanza con la presentazione ufficiale presso la sede dell’Unesco a Parigi. Il rapporto si concentra ogni anno su un tema diverso e fornisce raccomandazioni ai decisori pubblici-privati di tutto il globo offrendo esempi di best practices attraverso analisi approfondite; presentato sempre il 22 marzo, viene redatto dall’agenzia mondiale Unesco, diretto dalla dottoressa Michela Miletto, che ha sede proprio in Umbria, presso Villa Colombella, Perugia. Una realtà con la quale il museo Hydra si pregia di aver instaurato una preziosa collaborazione nell’ambito della diffusione della Water culture.

Alcuni dati

Dal report 2024 Unesco emerge che circa la metà della popolazione mondiale vive una condizione di grave scarsità idrica, almeno per una parte dell’anno. Un quarto, invece, deve far fronte a livelli di stress idrico estremamente elevati, utilizzando oltre l’80% della propria fornitura annuale di acqua dolce rinnovabile ed è un problema che vivono sempre più Paesi, Italia compresa. In quelli più poveri, però, tutto ciò porta a conflitti e migrazioni forzate. Nel mondo vivono ancora senza acqua potabile gestita in modo sicuro 2,2 miliardi di persone e 3,5 miliardi non hanno accesso a quella che serve per i servizi igienico-sanitari. A livello mondiale, circa il 70% dei prelievi di acqua dolce è destinato all’agricoltura, seguita dal settore industriale (poco al di sotto del 20%) e dagli usi domestici (o municipali, pari a circa il 12%). Ma la principale causa dell’incremento della domanda – che si concentra nelle città, soprattutto nelle economie emergenti – è dovuta però agli utilizzi industriali e domestici. Quasi l’84% dei piccoli agricoltori nei Paesi a basso e medio reddito, però, opera in regioni caratterizzate da scarsità idrica e meno di un terzo può ricorrere all’irrigazione. Un altro problema è rappresentato dalla qualità dell’acqua. Tra i contaminanti emergenti che destano preoccupazione ci sono i Pfas, i cosiddetti inquinanti eterni, ma anche sostanze farmaceutiche, ormoni, prodotti chimici industriali, detersivi, cianotossine e nanomateriali. In tutte le regioni è stata inoltre registrata un’elevata concentrazione di antimicrobici che derivano da un insufficiente trattamento delle acque reflue domestiche, da allevamenti e acquacoltura. L’Italia, storicamente considerato un Paese ricco d’acqua, oggi fa i conti con il cambiamento climatico, l’assenza di neve e lo scioglimento dei ghiacciai. E paga con emergenze come quella in corso in Sicilia difficoltà relative a perdite di rete, gestione frammentata del servizio idrico, consumi tra i più alti del mondo e una serie di carenze dal punto di vista delle infrastrutture e, in generale, delle soluzioni.

Il museo Hydra

Con l’occasione è stata annunciata la riapertura del museo Hydra – sabato 23 marzo – per la stagione 2024 dopo la chiusura invernale. «Ci saranno importanti novità nell’esposizione – ha spiegato Capati – due nuovi diorami, una nuova installazione e lo spazio temporaneo concepito intorno alla mostra ‘The water we want’ organizzata dal Global network of water museums, e inediti considerevoli progetti, realizzati ed in corso di realizzazione, la rinnovata segnaletica digitale per il patrimonio culturale nell’area dei Campacci di Marmore, la creazione di un’aula tecnologica per le attività didattiche, ma anche la costituzione dell’Ecomuseo della bassa Valnerina».

 

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli